QUANTO ACCADE A VERONA DOPO LA VITTORIA DEL CENTROSINISTRA

30-06-2022 - Notizie

Vengo a sapere da Adista, e poi direttamente dall'interessato a cui ho chiesto conferma, che il vescovo di Verona ha licenziato Marco Campedelli dal posto di professore di religione presso il Liceo Maffei di Verona, ricoperto da Campedelli da 22 anni.

Qualche semplice domanda e alcune osservazioni.

1) Chi sono i due protagonisti?

Il vescovo è mons. Zenti, noto per le posizioni conservatrici e soprattutto per aver più volte invitato apertamente il clero e i fedeli a votare per le formazioni politiche di centro-destra. L'ultima volta è avvenuto qualche giorno fa, prima del secondo turno per l'elezione del sindaco di Verona, vinta, come è noto, dal candidato di centrosinistra Damiano Tommasi.

Il professore licenziato è Marco Campedelli, già parroco per 18 anni nel centro di Verona, teologo e anche uomo di spettacolo essendo un esperto burattinaio che, con il suo teatro, produce un'eccellente teologia narrativa e una spiritualità che fa sorridere, pensare e qualche volta commuovere.

2) Come spiegare quanto è accaduto?

Semplicemente così: A) il vescovo aveva esternato le sue indicazioni di voto a favore del centrodestra; B) Campedelli si era opposto sia in sede del consiglio dei teologi sia pubblicamente tramite uno scritto pubblicato da Adista che aveva fatto il giro della città; C) le elezioni sono finite con la vittoria del candidato non gradito a Zenti, il "pericolossisimo" Tommasi, definibile come un "cattolico adulto" per riprendere la definizione che Prodi diede a suo tempo di sé e che urtò non poco il cardinal Ruini; D) Zenti si è preso la sua rivincita, o forse meglio, vendetta.

3) Cosa pensare politicamente di quanto è accaduto?

Quanto è accaduto riguarda anzitutto il rapporto tra Chiesa e politica. A questo riguardo è sufficiente dire che mons. Zenti è l'esponente di quella superata concezione del mondo che papa Francesco deplora insistentemente denominandola "clericalismo". Clericalismo è la concezione del clero come potere, come potere assoluto, a cui anche il potere politico deve su alcune cose sottostare. Insomma Gregorio VII, Bonifacio VIII, Pio IX, card. Ruini et cetera, per quanto concerne la storia della Chiesa. In altre parti del mondo tutto ciò si chiama "teocrazia": si pensi, per esempio, a talebani, ayatollah, partiti religiosi della destra israeliana, hindutva di Modi in India. Anche Trump e i suoi, ovviamente, si uniscono a questa compagine.

5) Cosa pensare culturalmente di quanto è avvenuto?

Quanto è accaduto riguarda le nostre scuole, la nostra cultura. Non è ammissibile che un "vescovo" possa licenziare un professore di un liceo statale che ha alle spalle 22 anni di insegnamento con un gradimento umano e professionale degli studenti conosciuto da tutta la città. Non è ammissibile! per lo meno non lo è in uno Stato come il nostro.

Ne viene che quanto è accaduto deve essere l'occasione per ripensare totalmente l'insegnamento della religione nelle nostre scuole, togliendola dalle mani della Chiesa (che oggi ha potere totale su programmi e insegnanti) e consegnandola, come tutte le altre discipline, allo Stato e alle competenze specifiche di cui esso si servirà. Come avviene per la filosofia, la musica, l'arte, la letteratura e ogni altra materia. Oggi la religione, anzi le religioni, sono un fattore geopolitico essenziale per capire il nostro mondo (terrorismo islamico, questione palestinese, tensioni India-Pakistan, Bible Belt americana, patriarca Kirill e Putin...) e non è più tollerabile il modo in cui la materia religiosa viene quotidianamente offesa da logiche di potere che nulla hanno a che fare con la nobiltà e l'attualità della disciplina stessa. Mons. Zenti ha solo dato un esempio del potere dispotico che lo Stato concede all'episcopato e che, a mio avviso, non si deve più tollerare: per il bene della religione e soprattutto delle coscienze critiche e informate dei nostri ragazzi che ne hanno bisogno per capire il mondo.

Tralascio la domanda su cosa pensare "umanamente" di quanto è accaduto perché sarebbe impietoso per mons. Zenti, vescovo oramai dimissionario al quale auguro di ritrovare la pace, l'onestà intellettuale e soprattutto l'amore, perché senza questo la vita umana è un fallimento, tanto più di coloro che all'amore e al suo annuncio hanno dedicato la vita.

Vorrei invece che da qui potesse partire una seria riflessione sull'insegnamento della religione nelle nostre scuole. E vorrei soprattutto che tutti ci stringessimo attorno a Marco Campedelli, manifestandogli la stima per la libertà e il coraggio dimostrati e la solidarietà per l'ingiustizia subita.

Di Vito Mancuso