MEMORIA DI GIANNINO PIANA di Enzo Bianchi
Giannino è stata una di quelle amicizie rare che ti fa sentire sempre un amore immenso.
Si, mi voleva molto bene ed io volevo bene a lui perché ogni volta che si stava insieme diventava naturale il primato dell’ascolto. Ascolto delle sue parole miti mai segnate da intransigenza e tantomeno da violenza , del suo pensiero fluido e sapiente, delle sue convinzioni sempre generate dalla lettura del Vangelo e dalla osservazione dell’umano.
Per più di quindici anni ogni due mesi vivevamo una giornata insieme: Giannino, p. David Turoldo, p. Vivarelli, Armido Rizzi e qualche volta don Michele Do e p. Ernesto Balducci . A sotto il monte, a Bose a Casale Monferrato ci incontravamo per interrogarci sul cammino della chiesa, sulla realizzazione del concilio, sul nostro paese attraversato da conflitti e anche dal terrorismo.
C’era anche il pranzo conviviale insieme ma soprattutto respiravamo il profumo di quanto è bello e dolce che i fratelli siano insieme. Affrontavamo il tema dei quaderni di Servitium e mai contenti cercavamo, cercavamo ...
In quei tempi Giannino mi chiese anche di far parte della comunità di Bose di cui ero priore ma un discernimento comune ci portò a pensare la vita di Giannino altrimenti a causa del suo impegno universitario soprattutto a Urbino. E così la sua vita umana e cristiana fu un capolavoro: visse un amore trasparente con Anna che lo ha accompagnato fino alla fine e ha svolto nella chiesa il suo ministero di teologo con parresia, intelligenza, dolcezza.
Cari amici in questa lunga sua malattia che si affiancava alla mia più volte ci siamo sentiti e ammoniti nel cammino verso la morte . Giannino era stanco, troppo provato dalla malattia ma restava vigilante e capace di affetti. Bisogna dire la verità: la chiesa non l' ha capito e lo ha lasciato ai margini coronandolo di diffidenza ma non può essere che così per chi vuole appartenere solo al Signore e non ai poteri mondani. Quando siamo stati cacciati da Bose, lui che ci conosceva benissimo, ci è stato vicino e ci ha difeso.
La sua memoria rimarrà in chi l’ha incontrato. Ora quando penso o prego gli amici del Signore, penso anche a lui e camminando accanto gli sussurro : “PREGA PER ME CHE SONO ANCORA UN PECCATORE”.