Papa Leone contro il riarmo: È frutto della propaganda

05-07-2025 - Notizie

In Pope we trust Messaggio di Prevost ai governanti sulle guerre e le fakenews che le alimentano

il manifesto Luca Kocci
Papa Leone XIV contro l’aumento delle spese militari appena approvato dalla Nato e contro il mega-piano di riarmo stabilito dall’Unione europea: «false propagande» per costruire la «vana illusione che la supremazia risolva i problemi», mentre produce solo «odio e vendetta». Ma anche contro le fake news che provocano e alimentano le guerre e contro chi ancora crede – per esempio la premier Meloni -, «dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace».

Non è più solo la «pace disarmata e disarmante» invocata appena eletto al soglio pontificio – immagine tanto potente quanto generica -, ma un discorso netto e circostanziato, in cui è possibile inserire nomi e cognomi senza timore di smentite, quello che papa Prevost ha rivolto ieri mattina in Vaticano ai partecipanti all’assemblea plenaria della Riunione delle opere per l’aiuto alle Chiese orientali (molti dei quali non sono riusciti ad arrivare a Roma proprio a causa dei conflitti in atto), terre «mai come ora sconvolte dalle guerre, prosciugate dagli interessi, avvolte da una cappa di odio che rende l’aria irrespirabile e tossica». E che per singolare coincidenza, o forse no, è stato pronunciato all’indomani del vertice Nato dell’Aja in cui, tranne la Spagna di Pedro Sánchez, i Paesi dell’organismo guidato dall’olandese Mark Rutte – quello che chiama «paparino» Donald Trump – hanno deliberato l’aumento delle spese militari al 5% del Pil entro il 2035, dando così una rappresentazione chiara di quello che intendeva il presidente Usa quando qualche settimana fa diceva che tutti «are kissing my ass».

LA VIOLENZA BELLICA sembra abbattersi «con una veemenza diabolica mai vista prima», ha detto Leone, che ha citato espressamente l’Ucraina («il cuore sanguina» pensando a Kiev), Gaza (dove c’è una «situazione tragica e disumana») e il Medio Oriente («devastato dal dilagare della guerra»). «Siamo chiamati noi tutti, umanità, a valutare le cause di questi conflitti, a verificare quelle vere e a cercare di superarle, e a rigettare quelle spurie, frutto di simulazioni emotive e di retorica, smascherandole con decisione. La gente non può morire a causa di fake news».

Impossibile non pensare alle notizie allarmanti sulla bomba atomica iraniana – prima diffuse e poi smentite dalla stessa Aiea e dal suo segretario generale Rafael Grossi -, che a loro volta ricordano le fantomatiche armi di distruzione di massa dell’Iraq agitate a favore di telecamere dall’allora segretario di Stato Usa Colin Powell per poter sferrare l’attacco finale e letale a Saddam Hussein.
È «triste» vedere come oggi prevalga la «legge del più forte, in base alla quale si legittimano i propri interessi – ha proseguito il pontefice -. È desolante vedere che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza. Questo è indegno dell’uomo, è vergognoso per l’umanità e per i responsabili delle nazioni».

POI LA FRASE che avrà fatto fischiare le orecchie a Giorgia Meloni («La penso come i romani: si vis pacem, para bellum»), anche se è ovvio – è ovvio? – che il papa non si riferiva a lei: «Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte?». Appunto: come si può? E per rimarcare il concetto, i media vaticana e il quotidiano della Santa sede L’Osservatore Romano hanno pubblicato ieri un ampio servizio dal titolo «Se vuoi la pace, prepara la pace. I Papi e la Dottrina Sociale, oltre la deterrenza»: «Nel pieno di una nuova stagione di riarmo globale, con 56 conflitti in corso e spese militari mondiali alle stelle – si legge -, torna attuale la condanna della deterrenza armata espressa da papi, pacifisti e pensatori del Novecento».

L’AFFONDO FINALE di papa Leone è per denunciare la nuova corsa agli armamenti e – pur senza citarlo – il genocidio in atto a Gaza: «La gente è sempre meno ignara della quantità di soldi che vanno nelle tasche dei mercanti di morte e con le quali si potrebbero costruire ospedali e scuole; e invece si distruggono quelli già costruiti!», ha detto Prevost. Che conclude smontando l’idea che la guerra possa portare la pace: «Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta?».