I DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

04-03-2021 - Preghiere poesie

 Vangelo  secondo Marco 1,12 -15

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

 

Inutile girarci attorno: per riuscire a reggere e a sopravvivere in tempi così duri e difficili, serve un “tempo forte”. E la Quaresima è proprio questo: un tempo forte (e speciale) che ci permette di ritrovare speranza nonostante l’ambiente esterno ci ricordi che la pandemia non è ancora debellata.

E vediamo come il Vangelo di questa domenica ci aiuta ad entrare in questo “tempo forte”. Con una annotazione tanto intensa quanto dirompente. Prima di intraprendere la “Sua” vita pubblica, Gesù viene spinto dallo Spirito Santo nel deserto. Non è una annotazione periferica. Lo Spirito Santo prepara Gesù al dono di tutto sé stesso proponendogli una robusta “sosta” nel deserto. Non si tratta, di conseguenza, di un ambiente “negativo”. Lo Spirito Santo “sospinge” e conduce Gesù là dove la formazione diventa concreta, vera, solida e completa. Nel paradiso terrestre Adamo ed Eva non hanno vinto la sfida. Egoismo, delirio di onnipotenza, ambizione e divisioni, hanno prevaricato sulla loro vita e si sono ritrovati “nudi” (il segno per eccellenza della loro povertà, lontani tra loro, da Dio a anche da sé stessi). Lo Spirito “sospinge” Gesù nel deserto perché vuole comunicare a tutta l’umanità che con Gesù inizia l’uomo nuovo. Grazie a questa straordinaria scuola dello Spirito (che usa il deserto come cattedra e come palestra), Gesù è pronto per andare dalla parte giusta: in direzione della solidarietà, della tenerezza, della complicità con chi sta male e dell’umiltà. Nel deserto, Gesù-nuovo Adamo non ritrova solo sé stesso, ma scopre anche la bellezza della fraternità e la gioiosa armonia con il Dio della vita.

Ecco perché si chiama “tempo forte”: perché lo Spirito Santo ci conduce dalla parte opposta a quella a cui solitamente vorremmo andare. Senza la guida dello Spirito Santo, ognuno di noi è tentato di andare nei ritrovi soliti: dove si pensa solo a sé stessi, dove non si vedono le miserie altrui, dove non ci si deve commuovere per gli altri, pagare di persona, mettersi al servizio di chi ha bisogno o denunciare le ingiustizie subite da terzi. Senza la guida dello Spirito Santo, ognuno di noi si reca là dove il suo rancore può crescere, dove ci dà a ragione a vicenda e dove si può alimentare l’odio per un nemico da abbattere e mai da perdonare. E per aiutarci ad entrare nei territori della bontà, della generosità, della solidarietà e del perdono, ci vuole forza e – senza tanti giri di parole – una piccola grande spinta data dall’amore di Dio che si chiama Spirito Santo.

Ma quali sono le tentazioni di satana di cui parla san Marco? Il secondo evangelista non entra (come san Matteo) nel dettaglio. A lui basta annotare che nel deserto Gesù era “tentato da Satana”. Ma le spinte di Satana che Gesù vince le conosciamo: la prima riguarda il vivere pe se stessi e l’anteporre il mio bisogno a quello degli altri (che in italiano si chiama egoismo); la seconda è data dal credere a Dio solo “dopo” che Lui mi ha fatto la grazia o il miracolo che gli ho chiesto (della serie fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!); la terza, infine, è definita dalla logica del potere ed è rappresentata dalla voglia di vivere per avere fama, per contare, per conquistare prestigio e essere servito anziché servire. Ed è esattamente questa la buona notizia che l’evangelista ci consegna con pochissime parole: Gesù non si lascia vincere dalle “belve selvatiche” che di solito distruggono la vita di tutti. Queste “bestie selvatiche” si sottomettono a Gesù perché è Lui è più forte del male. Ma con altre quattro parole, san Marco ci informa che Gesù non è, nel deserto, da solo: con Lui ci sono “gli angeli” che lo servivano. L’espressione è molto bella perché ci segnala non solo che con Gesù il servizio vince sulle disumane logiche del potere, ma ci dice anche che chi segue Gesù in questa scomoda ma liberante scuola, diventa anche lui capace di servire e dunque di stare bene.

Dall’inferno della cattiveria, dell’avarizia, della solitudine e di tutto ciò che nega l’amore – ci comunica questo “tempo forte” – si può uscire.

Il Regno di Dio è vicino, ci comunica Gesù. E “vicino” vuole dire “accanto”, “alla nostra portata”, “in mezzo a noi”, “prossimo”. La bontà di Dio bussa alle nostre porte. E lo Spirito ci “sospinge” dove ognuno di noi può trovare la libertà data dal servire, dal perdonare e dal donarsi agli altri. Questo vuole dire “convertirsi”: lasciarsi accompagnare dalla parte opposta a quella in cui vorremmo andare quando siamo arrabbiati, pigri o delusi.

E questo significa “vivere la Quaresima”: prendere coscienza che questo “tempo forte” può passarci addosso senza che nessuno se ne accorga. Il vecchio e sempre attuale “ritiro” di cui una volta si parlava, è esattamente questo: un aiuto per stare con la sola Parola che ci salva; per fare del “pregare” un’azione vera e non soltanto un’intenzione; per dare all’amore un po’ di concretezza (e chi sta male ha bisogno di aiuti tangibili, non tanto di buone preghiere), per imparare a perdere, a perdonare e a dimenticare i torti subiti. Per diventare beati. Un gran bel programma. Buona Quaresima.

 

Preghiera dei piccoli

 

 Caro Gesù,

          non mi ero mai accorto di questo particolare, ma chi Ti ha “spinto” ad entrare nel deserto è lo Spirito.

Io pensavo che il deserto fosse un posto brutto dove si vive male e dove ci viene proposto di fare il male.

Se è lo Spirito che Ti ha aiutato ad entrare in quel luogo, vuole dire che il deserto è un posto bello.

Come una palestra: in cui ti alleni per diventare più forte.

Gesù quest’anno anch’io vado in palestra. Dove va mia mamma.

Ti prego Gesù: chiedi al Tuo Spirito di spingere anche me nel “deserto”: dove ci si allena per diventare buoni, forti e dove si impara a vivere per gli altri e non per se stessi.

Gesù grazie per questo tempo di Quaresima.

Fino a Pasqua voglio allenarmi, ogni domenica, con l’aiuto del Tuo Vangelo.

Ciao Gesù, sei Tu il mio Mister.