II DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

04-03-2021 - Preghiere poesie

   Vangelo secondo  Mc. 9, 2-10

«Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: “Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!”. 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti».

 

All’inizio del suo Vangelo, san Marco ci presenta Gesù che lascia la “Sua” Galilea per “scendere” verso la valle del fiume Giordano e ricevere il battesimo: “Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.” – Mc. 1,9). Gesù, come Abramo, “lascia” la sua casa, i suoi famigliari e la sua terra per raggiungere il posto, geograficamente parlando, più basso della terra (il fiume Giordano sfocia nel mar Morto a 397 sotto il livello del mare). Ma perché Gesù sceglie un posto collocato sotto il livello del mare? Per ricordarci che la vita umana è piena, completa e liberata solo se si decide di guardare verso chi sta peggio di noi e di “scendere” verso loro per contrastare – con amore, perdono, servizio e impegno – le ingiustizie subite.

Bello da dirsi e forse anche romantico da scrivere. Più in profondità – però – la logica di Gesù va in direzione opposta del nostro cosiddetto “buon senso”. Per noi e per i nostri figli cerchiamo – quasi istintivamente – la “vetta” per arrivare, il più spediti possibili, al successo, all’apice di una carriera prestigiosa e remunerativa, alla “riuscita” della vita intesa come essere famosi, importanti, ai posti di comando, etc. Il nostro “buon senso” ci spinge ad impegnarsi per “salire”, sempre e comunque, per vincere, dominare, comandare, etc.

Le logiche di Gesù sembrano quanto di più distante possa esistere rispetto ai nostri schemi mentali. E sia chiaro: vale per tutti. Quante volte Papa Francesco ha chiesto anche a Cardinali, Vescovi, Monsignori e preti (non solo a loro, ma a tutti, nessuno escluso) di stare lontano dalle logiche mondane del potere e del voler essere, a tutti i costi, i primi!

Ma torniamo al Vangelo di Marco (dal quale è sempre bene non allontanarsi troppo). Con questo passo siamo al capitolo 9. A metà dell’opera perciò. E l’evangelista vuole fare capire al suo lettore che le lezioni impartite da Gesù non sono (ancora) riuscite a “bucare” le dure pareti mentali del “buon senso”. Il Maestro parla di amore per tutti, di dare la vita, di perderla e di servire. Ma loro – come accade anche a noi – non riescono proprio ad entrare in quella mentalità. Non la capiscono perché è distante anni luce dal loro modo di vivere.

Gesù Maestro non si scoraggia. Sa molto bene che se i suoi alunni non capiscono la sua lezione, non basta sgridare o insultare chi non riesce ad entrare nell’insegnamento impartito: è necessario cambiare il modo di fare la lezione. Per questo li prende con sé e li porta su un monte, in alto e in disparte: per dimostrare loro – oltre la sole parole – che il Suo scendere inaugurato nel momento del battesimo (capitolo 1), non è movimento fine a sé stesso, ma la vera grande premessa per incontrare la libertà, la giustizia e per essere beati.

Il senso della Trasfigurazione di Gesù sul monte, con Pietro, Giacomo e Giovanni, è proprio questo: una specie di doposcuola (un momento di rinforzo scolastico) consegnato da un Maestro speciale a chi ha ascoltato i “suoi” insegnamenti, ma non le ha ancora interiorizzate. “Rabbì, è bello per noi essere qui” dice Pietro. Non ha ancora capito che quella bellezza, quella leggerezza e quella libertà che sperimenta chi si lascia portare da Gesù “in alto”, è il frutto e la conseguenza dello “scendere” verso i sentieri dell’amore, del servizio e del contrasto all’ingiustizia. Pietro non ha ancora capito che il fiume Giordano (sotto il livello del mare) e il monte Tabor sono le due facce della stessa medaglia, come il venerdì santo svela il mattino di Pasqua (e viceversa).  Ma non ha importanza: alla scuola di Gesù Maestro e camminando al Suo seguito, lo capiranno.

Resta una domanda: come possiamo salire anche noi su quel monte con Gesù come hanno fatto Pietro, Giacomo e Giovanni? La risposta ci proviene dalla voce che avvolse la nube: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo”. Seguire Gesù, ascoltare la Sua Parola, nutrirsi, leggere e meditare il Vangelo, restare insieme e nella comunità: è questo ciò che ci aiuta a capire che con il nostro “buon senso” e con la nostra voglia di “salire” verso il potere e il successo non arriviamo lontano mentre – con la proposta di Gesù – imbocchiamo la Strada della beatitudine.  Buona domenica.                                                                                  

 

                                                                               Preghiera dei “piccoli”

                  Caro Gesù,

             il don ci ha detto che hai portato Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte perché volevi fare – con loro – un po’ di doposcuola.

Visto che non capivano il Tuo insegnamento, te li sei portati “in disparte” e hai spiegato loro, con calma, che Tu non vuoi vincere contro tutti ed essere il Messia solo di pochi. Tu vuoi donare la Tua vita per tutti, nessuno escluso.

Gesù, adesso tocca a me ricevere un po’ di ripetizioni. Mamma mi ha iscritto, dopo la pagella, al doposcuola sotto casa.

Adesso capisco perché tutti ti chiamano Maestro: perché prima dai l’esempio e insegni. Poi, se vedi che qualcuno non capisce (o non vuole capire!), Tu non ti arrendi. Attivi il Tuo doposcuola e spieghi di nuovo. Finché chi Ti segue è in grado di aprire il suo cuore alle Tue Parole. 

Gesù “prendi” anche me, per il tuo doposcuola.