III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

08-03-2021 - Preghiere poesie

III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

 

Dal Vangelo secondo Giovanni 2, 13-25

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cor- dicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordaro- no che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tut- ti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo.

 

Propongo, all’inizio di questa riflessione un breve stralcio della Lettera che il patriar- ca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, inviò, all’inizio della Quaresima 2001, ai cattoli - ci della Sua Diocesi e agli israeliani coinvolti in continui e incessanti bombardamenti:

Ho visitato in questi giorni alcune parrocchie in Palestina ed ho ascoltato i fedeli, ho ascoltato anche le autorità civili: il loro linguaggio è quello di tutte le parrocchie e le loro preoccupazioni sono le preoccupazioni di tutti noi. La prima preoccupazione, che comprende tutto il resto, concerne la situazione politica difficile in questi giorni: le strade bloccate, l'assedio imposto alle città ed ai villaggi, la mancanza di lavoro, il bombarda- mento israeliano continuo, la distruzione delle case e in più le difficoltà all'interno della società palestinese e infine l'idea dell'emigrazione (questo concerne i cristiani della Pale- stina). Per ciò che riguarda le case che non cessano di subire i bombardamenti israeliani, noi diciamo agli israeliani: “Distruggete le nostre chiese, ma risparmiate le case dei no- stri fedeli”. Se avete bisogno ad ogni costo di una punizione collettiva e se vi serve un ri - scatto per dare tranquillità ai nostri figli innocenti ed alle nostre famiglie noi vi offriamo le nostre chiese: distruggetele. Troveremo altri luoghi per pregare e continueremo a pre- gare per noi e per voi. …. Noi consentiamo ad offrire le nostre chiese come riscatto per ogni casa che volete demolire ma non possiamo consentire al fatto che delle case di perso- ne innocenti siano demolite e che siano obbligati ad emigrare dalla loro terra.

 

Non c’è commento migliore a questa pagina di Vangelo. Anche perché ha ragione l’evangelista: non c’è bisogno del Tempio in muratura per incontrare il Dio di Gesù e so- prattutto non ha senso portare in quel Tempio la logica del mercato dove può ottenere l’amore di Dio solo chi ha il denaro sufficiente per acquistarlo. Per questo Gesù usa la frusta e caccia “tutti fuori dal Tempio”: per “portare fuori” l’intera umanità (noi compresi) dalla lo- gica sbagliata del voler costruire una casa a Dio (dimenticandoci di dare una casa a chi è al freddo, senza dimora, senza patria e senza speranza!) e dalla tentazione di fare un Tempio retto dalle logiche del Mercato: dove può incontrare Dio solo chi ha i meriti e i soldi per ac- quistare il Suo amore. L’amore di Dio -vuole spiegarci san Giovanni – non è in vendita per la semplice che il Dio di Gesù si dona a tutti gratuitamente. Il denaro è uno strumento che

 

aiuta a vivere bene insieme. Quando però il denaro si piazza nel nostro cuore e diventa un idolo e un assoluto, rovina la vita tanto dei ricchi (che passano l’esistenza ad accumulare una ricchezza che non genera gioia) quanto quella dei poveri perché invidiano e sognano di diventare anch’essi tristi come i ricchi.

Si noti la finezza: come il Dio di Mosè ha liberato il popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto, così Gesù ci “conduce fuori” dalle catene che ci mangiano l’anima e ci rendono schiavi. E dopo aver donato l’acqua trasformata in vino (simbolo di gioia di festa che non fi- nisce – Gv. 2,1-12), ora Gesù ci chiede di incontrare Dio grazie al suo Suo corpo dato per noi che ci sfama e che ci nutre per aiutarci a reggere il cammino della libertà (Gv. 2,13-25). Con Gesù – ci dice san Giovanni – non c’è più Tempio, sacrifici da compiere o offerte da versare per poter stare vicino a Dio. Gesù si consegna a noi come il solo Pane in grado di sfamarci e di incamminarci sui sentieri della libertà. Per questo i primi animali che Gesù spinge fuori dal Tempio sono le pecore (“scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi”): perché Gesù è il Buon Pastore che ci “conduce fuori” dall’idolatria del denaro e dal deserto dell’avarizia e dell’egoismo.

A volte anche noi siamo tentati di pensare che Dio abita nelle nostre chiese. Non pos- siamo dimenticare – però – che le nostre belle e care chiese, sono luoghi dedicati al culto e al servizio della preghiera comunitaria (e per questo sono importanti). Ma non sono la “casa di Dio”. Il Padre di Gesù abita nel tempio sacro del nostro cuore, Dio abita dove si prega in- sieme e dove si ama; Dio è nelle baracche di chi è senza cibo, senza cure e senza speranza. L’uomo calpestato e offeso dalle ingiustizie è il vero Tempio di Dio. E tutto questo per ricor - darci – sempre – che Dio “abita” nelle case dove si sorride, dove ci si perdona e dove si pas- sa del tempo per servire chi ha meno.

Buona Quaresima di liberazione.

 

Preghiera dei “piccoli”

 

Caro Gesù,

aiutami a capire: a me il mercato piace. C’è chi

grida, chi chiacchiera, chi compra, chi guarda, … insomma: è un posto bello e pieno di vita.

Secondo me anche a Te piace il mercato. E chissà quante volte ci sei andato anche Tu al mercato in riva al mare.

Perciò se hai preso la frusta e cacciato tutti i mercanti dal Tempio, non è perché hanno fatto il mercato nel Tempio, ma perché volevano “vendere” l’amore di Tuo Padre a tutti, an- che ai poveri.

Per questo Ti sei arrabbiato: perché Tu hai dato la Tua vita per spiegarci che Dio ci ama sempre, gratuitamente e che il Tuo amore è solo donato. Mai venduto.

Al mercato chi non ha i soldi non può comperare nulla.

Grazie a Te, Gesù, chi non ha nulla è accolto, amato e servito da Dio prima degli altri.

Sei forte Gesù.