XV DOMENICA PER ANNUM B

11-07-2021 - Preghiere poesie

XV DOMENICA PER ANNUM B e preghiera dei bambini

 

 “7 Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8 E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9 ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10 E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. 11 Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». 12 E partiti, predicavano che la gente si convertisse, 13 scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano”. (Mc. 6,7-13)

 

La notizia è sconvolgente: in Canada – nel cortile di alcuni Istituti cattolici – sono stati trovati i resti di centinaia di bambini sepolti dopo essere stati prelevati con violenza dalle loro riserve indiane (sottratti alle loro famiglie) e affidati a percorsi di colonizzazione forzata per “uccidere l’indiano nel bambino”, come recitava una legge canadese del tempo.

Si parla di almeno 150 mila bambini internati tra il 1890 e il 1996 con almeno 4000 di loro morti per maltrattamenti, abusi e mancanza di cure. Papa Francesco ha condannato senza sconti queste gravissime responsabilità che appartengono anche alla Chiesa cattolica dicendo che: “Questi momenti difficili, rappresentano un forte richiamo per tutti noi, per allontanarci dal modello colonizzatore…”.

È il segno – forte e chiaro – che anche la chiesa, nata per annunciare il Vangelo, può dimenticare il senso della sua missione e diventare sorda alla Parola di Gesù. Anche perché il passo del Vangelo di san Marco che oggi preghiamo è chiarissimo: ai Dodici Gesù non chiede di predicare, di imporre una cultura sopra un’altra o di convertire l’altro con l’uso della violenza. Tutto ciò che i Dodici devono fare – dice il Maestro – è di andare, di uscire dalle loro sicurezze, patrie e famiglie per recarsi – a due a due – in qualsiasi villaggio del mondo per camminare accanto a chi lì vive. Tutto ciò che il discepolo di Gesù deve fare è testimoniare (con la vita) l’amore di Gesù che rende possibile vivere senza giudicare, senza odiare e liberi dalla voglia di dominare l’altro. Null’altro. Ma se si dimentica di leggere e di pregare il vangelo, anche questa semplice e profonda verità viene dimenticata.

Ma che cosa vuole dire, per le nostre comunità parrocchiali distanti dalle tragedie che si sono consumate in Canada, questa pagina del Vangelo?

Una prima risposta è evidente. Se ci si allontana dal Vangelo è obbligato: si costruiscono stili di vita che apparentemente convincono, senza accorgersi – però – che ci impongono un modo di vivere disumano e contro la nostra stessa natura umana. Seconda provocazione: la cosiddetta “chiesa in uscita”, tanto cara a Papa Francesco, non riguarda solo le comunità cristiane. Anche le nostre famiglie e le nostre vite devono essere “in uscita”: orientate ad aprirsi all’altro e decise a contrastare l’insidiosa tentazione del vivere ripiegati su se stessi. Se non si esce dall’io, dall’egoismo, da tutto ciò che è “mio” e da quella pericolosa indifferenza che prima ci anestetizza e poi ci fa morire a fuoco lento, saremo sempre più depressi, soli e tristi. Quel “a due a due” che propone Gesù è sfida e provocazione perché le nostre case non si riempiano di cose, ma amplino le relazioni, la voglia di stare insieme, di servire e di fare quel bene senza il quale ci si ammala.

Terza bella provocazione. Non credo sia un caso che Gesù non proponga ai suoi Dodici di fare discorsi e prediche. Quel “non dire niente” suggerito da Gesù è la premessa della libertà e della serenità. Anche perché l’amore troppo detto, sbandierato, predicato e “mostrato” è pura vetrina, vanità o pubblicità. Tutto tranne che amore.

Gesù ci chiede di vivere la libertà generata dall’amore e dal silenzio. Perché servire l’altro senza dire nulla è molto più “predica” del parlare tanto senza però accorgersi di chi sta male (o facendogli del male!). Restituire alle nostre comunità (famiglie comprese) la bellezza di uno stare lontani dalle parole inutili della calunnia, del pettegolezzo, della critica fatta alle spalle o dei discorsi che seminano odio, è la vera, grande e bella buona notizia che in questo caldo luglio 2021 ci regala san Marco.

Buona domenica a tutti. Una richiesta di preghiera per le vittime delle tragedie che si sono consumate in Canada e un augurio perché questa sera vincano lo sport e la fraternità.                                                                                                      

                                                       Preghiera dei bambini

Caro Gesù,

                  anche a me piace camminare con un bastone. Ogni volta che vado in montagna, al lago o in qualche agriturismo, io ne cerco sempre uno da portare a casa (i miei genitori, però, me li fanno lasciare in garage).

Da oggi voglio dare al “bastone” che raccolgo nei boschi il compito di ricordarmi che Tu sei con me sempre, anche quando mi sento solo.

E grazie anche per l’invito a camminare “a due a due”.

Mia mamma dice che senza Tommaso, il mio miglior amico, io non faccio un passo. E forse ha ragione. Ma è brutto partire e viaggiare da soli. Grazie Gesù perché ci aiuti a vincere la solitudine e perché ci ricordi che solo chi esce dal suo “io” diventa felice (e buono).

P.S: Gesù ti prego per chi è in prigione e per le guardie. Tieni lontana, Gesù, la violenza dal carcere.