XVII DOMENICA ANNO B con preghiera dei fanciulli

26-07-2021 - Preghiere poesie

XVII DOMENICA ANNO B  con preghiera dei fanciulli  

 

Giovanni 6, 1-15

1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2 e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse aFilippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

La tesi di Gesù è chiara: con la sola logica del “comprare” non si può sfamare “la grande folla” che lo segue. E per evitare che i suoi discepoli (e noi, lettori del Vangelo) non capiscano l’insegnamento di Gesù, san Giovanni si prende la briga di spiegare il perché Gesù si sia espresso in quel modo con Filippo: “Diceva così per metterlo alla prova”.

Filippo sembra non capire: “Duecento denari non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Come dire che ci vorrebbe moltissimo denaro che non possiamo in nessun modo procurarci. Dunque – seguendo la logica pessimista di Filippo, economista superficiale – non si potrà sfamare quella gente. Andrea, fratello di Simon Pietro, apre una crepa di speranza nella rigidità mentale di chi si affida solo al denaro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci – anche se subito dopo aggiunge – ma che cos’è questo per tanta gente?”. Per Gesù è sufficiente. Prende spunto dal gesto di quel ragazzino che, forse, con fare ingenuo, si è reso disponibile a condividere il suo pranzo al sacco e inizia la “Sua” lezione. “Fateli sedere”, chiede. Perché il Maestro vuole che il Suo insegnamento venga assimilato, interiorizzato, capito e messo a fondamento di un nuovo modo di vivere. Prende il poco offerto dal ragazzino e compie su quella piccola offerta lo stesso gesto dell’ultima cena (“dopo aver reso grazie li diede a quelli che erano seduti”) e così facendo si avvia il miracolo che siamo soliti chiamare della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma che – più correttamente – dovremmo cominciare a definire come “il miracolo della condivisione”. Perché è questa la buona notizia che Gesù ci dona in questa calda domenica di luglio: per contrastare ingiustizie e povertà non basta il denaro e la sola logica del comprare non è sufficiente. La vera soluzione alla miseria di chi sta male (nel corpo, nello stomaco e nel cuore) è data dal coraggio che ciascuno di noi deve avere nel condividere il suo poco con chi ha meno. Solo così il mondo diventa un giardino e avanzano ancora “dodici canestri” (il numero “dodici” indica totalità e serve per dire che con ciò che avanza dal condividere si sfama il mondo intero).

Il 12 luglio scorso, è stato presentato “Lo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” redatto in modo congiunto da ONU, FAO, UNICEF e alcune altre sigle di organismi internazionali per comunicare al mondo intero che “c’è stato un drammatico peggioramento della situazione della fame nel mondo nel 2020, e ciò è da ricollegarsi, in larga misura, alle ricadute della pandemia di COVID-19”. Per quanto non sia ancora stata effettuata una mappatura completa e precisa dell'impatto della pandemia sulla fame nel mondo, si calcola che un decimo della popolazione mondiale (fino a 811 milioni di persone) è sotto gli effetti della fame mentre 2 miliardi e 300 milioni di persone (circa il 30% della popolazione mondiale) è in pessime condizioni alimentari: malnutrita e con grosse difficoltà a fare tre pasti al giorno.

Ben tre miliardi di adulti e bambini – dunque – lontani da una sana alimentazione.

Letto con questa finestra sul mondo il nostro Vangelo diventa non solo bello, consolante e commovente, ma anche profetico e in grado di smuoverci perché l’indifferenza non attanagli il nostro cuore di adulti, di educatori e di conseguenza quello dei giovani.

Quel ragazzino che condivide il suo poco con la comunità, deve diventare la cifra che spinge i nostri giovani – e noi, loro educatori – a vivere immersi in quella generosità, attenzione agli altri e condivisione che rendono beata, bella, riuscita e carica di senso la vita.

A partire dal quotidiano e dal quartiere in cui si è immersi.

Buon riposo a tutti.

 

            

                                            Preghiera dei piccoli

Caro Gesù,

                     ho letto sul giornale che nel mondo sono più di 800 milioni le persone che hanno sofferto la fame nel 2020 (una su dieci), 60 milioni in più rispetto a cinque anni fa. A questi si aggiungono 2 miliardi di persone che mangiano poco, male e senza mai togliersi del tutto la fame (un terzo della popolazione soffre di malnutrizione).

Hai ragione Tu, Gesù: non è giusto dividere il mondo tra chi ha i soldi per comprarsi il cibo e chi deve morire di fame perché senza denaro. Per questo hai messo alla prova Filippo: per aiutarci a capire che per risolvere il problema della fame nel mondo non bastano i soldi.

Gesù, voglio anch’io fare come quel ragazzino e imparare a condividere ciò che ho con chi non ha nulla.

Grazie Gesù perché mi fai venire voglia di vivere bene e di fare cose grandi.