I DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

29-11-2021 - Preghiere poesie

I DOMENICA DI AVVENTO  ANNO  C  con preghiera dei piccoli

Luca 21, 25-28.34-36

 

«25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. 34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».

 

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere…”. Sembra una fotografia del nostro tempo. Alluvioni, frane e fiumi “tombati” che si portano via pezzi di città siciliane sono scene quotidiane sui nostri teleschermi. Così come ci stiamo quasi abituando all’orrore dei muri, del filo spinato e dell’esercito armato e schierato contro poche migliaia di immigrati ammassati tra Polonia e Bielorussia (tra cui molte donne e bambini). Al punto che quando un bambino figlio di una giovane coppia di questi immigrati è morto di freddo nei boschi della Bielorussia, in molti hanno girato la testa dall’altra parte (di lui sappiano che aveva un anno, ma non conosciamo il nome e, a differenza del bimbo siriano trovato morto sulla spiaggia alcuni anni fa, non abbiamo nemmeno una foto). Per non parlare della grande paura che la quarta ondata della pandemia sta generando nella quasi totalità della popolazione italiana (chi rifiuta vaccini, confronto e modalità democratiche di discutere – per privilegiare forme violente di manifestazioni – è fuori da qualsiasi forma di democrazia).

In realtà, però, l’evangelista non sta annunciando castighi di Dio. Sta piuttosto spiegando ai suoi lettori che chi affida la sua vita a “idoli” incapaci di spiegare il senso della vita, fallisce l’intera esistenza. Ma soprattutto sarà importante, quando “accadranno queste cose”, non avere paura, ma “risollevarsi” (con la schiena diritta) e alzare il capo per prendere coscienza dell’avanzare della bontà di Dio verso di noi. Vuole dire non restare rannicchiati sui propri piccolo orizzonti; non vivere piegati sul proprio io e schiavi di un egoismo che mangia l’anima e la serenità. Per san Luca non ci sono dubbi: Gesù ci vuole “in piedi” perché questo è il segno per eccellenza della libertà e della dignità. Come ha fatto Maria che – ai piedi della croce e distrutta dal dolore – è rimasta in posizione eretta, con la “schiena diritta” e senza piegarsi. Disposta a reagire e pronta ad illuminare quanto la travolge con la luce della Parola di Dio e con la forza dell’amore.

A noi succede spesso il contrario. Per mille ragioni ci ritroviamo con la testa bassa e incapaci di guardare lontano: assorbiti dalle beghe quotidiane; risucchiati da un correre che ci rende “fermi” e non poche volte consumati dall’invidia verso chi – secondo logiche spesso false e infondate – “ha più di me”. Non è vero che “girare la testa dall’altra parte” ci fa stare meglio. Ci rende ripiegati su noi stessi e con il cuore appesantito da tutto ciò che ci ruba la bellezza di una convivenza nel segno della corresponsabilità.

L’invito di san Luca a “risollevarci”, ad “alzare il capo” e a prendere coscienza che “la salvezza è vicina” non riguarda solo il tempo dei suoi lettori. È rivolto in modo speciale a noi. Oggi, fine novembre 2021, in piena quarta ondata di covid e con tutte le nostre paure. Il senso dell’Avvento è proprio questo: la proposta di un tempo speciale per renderci capaci di alzare il capo e di guardare la nostra povera terra con la libertà e il coraggio di chi sa che il Signore Gesù ci è vicino, ci è accanto ed è con noi.

Tra poche settimane è Natale. I supermercati, le strade, le vetrine e l’immancabile pubblicità fanno di tutto per “chiudere” questa festa nei classici consumi che appesantiscano stomaco, testa e convivenza. La richiesta di “stare attenti a noi stessi” è – in questa corsa ai consumi inutili – una coccola che il Vangelo ci dona per aiutarci a preparare realmente il Natale del Signore Gesù che viene per noi e in noi.

Un invito (liberante) perché in queste settimane ci si sappia fermare per dare al pregare personale la consistenza dell’ascolto e della lettura della Parola di Dio. Per toccare con mano che il pregare che ci cambia dentro è quello che inizia dall’ascolto della Sua Parola, non dal chiedere, dal domandare grazie o dal lamentarsi dei vicini.

Solo questo “vegliare” fatto di ascolto del Vangelo ci rende in grado di “sfuggire” alle bruttezze che non vorremmo vedere e a diventare comunità cristiane che rendono visibile – con la loro profezia, carità e fraternità – che il Signore Gesù è vivo e presente in mezzo a noi.  Buon Avvento a tutti e a ciascuno.

 

                                                                                          

                                                   Preghiera dei piccoli

Caro Gesù,

                   ne sono sempre più convinto: se Tu non vieni in mezzo a noi, non riusciamo a costruire un’Europa più bella.

La settimana scorsa i giornali hanno scritto che sul confine polacco, dove dietro al filo spinato ci sono circa 7000 persone, un bambino di un anno è morto di freddo. Abbandonato nel bosco perché mamma e papà erano rimasti feriti e arrestati.

Grazie Gesù per il dono dell’Avvento.

Continua a dirci “alzate il capo”. Anche perché non possiamo fare finta di non vedere o girare la testa dall’altra parte. E aiutaci Tu, Gesù, a “stare attenti a noi stessi” e a non fare “appesantire i nostri cuori”.

E se le brutte notizie sembrano vincere su quelle belle, Tu continua ad avanzare verso di noi per aiutarci ad uscire dal nostro egoismo e per ricordarci che Dio ci vuole bene e che solo l’amore ci salva.