SANTISSIMA TRINITÀ anno C

14-06-2022 - Preghiere poesie

SANTISSIMA TRINITÀ  anno C con preghiera dei piccoli

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Siamo fatti per stare in relazione e per vivere insieme. In comunione. Nei fatti – però – facciamo fatica a convivere. È sotto gli occhi di tutti: molte coppie “saltano” e chi ieri si dichiarava amore eterno oggi litiga nelle stanze degli avvocati e nelle aule del tribunale. Cominciano a “saltare” anche le seconde coppie: quelle nate dopo la burrasca di un primo matrimonio obbligate ad assistere alle stesse fragilità, alle uguali tensioni e alle contraddizioni già vissute. Ma si aprono crepe anche nei cerchi della famiglia allargata e se vuoi sentire parlare male di qualcuno basta andare da chi – ieri – era il suo migliore amico.

La domanda è obbligata: ma se stiamo male da soli, perché poi, quando abbiamo la possibilità della cosiddetta vita in comune, continuiamo a sperimentare divisioni, incomprensioni e solitudini? Il Pastore protestante Bonhoeffer direbbe perché il grande assente della nostra vita comunitaria è il perdono. E senza questa capacità di accogliere con amore la propria fragilità e quella dell’altro, qualsiasi convivenza diventa un inferno.

Condivido e rilancio. La mancanza del perdono nei nostri contesti comunitari è il segnale eloquente che abbiamo perso il solido riferimento a chi trasforma l’acqua del vivere insieme nel vino simbolo di reciproca accoglienza. Perché è questo il significato profondo del miracolo che Gesù, su richiesta di Maria, compie a Cana di Galilea: rendere (finalmente!) possibile la con-vivenza e portarla nello spazio della festa, della gioia e del perdono reciproco.

Senza la presenza del Signore Gesù e della Sua Parola, la nostra vita in comune diventa, quasi sempre, una lacerante competizione che spinge prima a litigare e poi a liberare il conflitto nelle tante forme che conosciamo: denunce, ricorsi legali, amicizia infranta, confidenze tradite, saluti negati, etc.. E basta guardare gli effetti indesiderati (ma purtroppo molto presenti) della vita condominiale nelle nostre città per capire quanto abbiamo bisogno del vino della comunione che solo Gesù offre e consegna a chi lo accoglie.

La solennità della Santissima Trinità posta al termine del tempo pasquale ci ricorda che siamo stati creati ad immagine e somiglianza del Dio che è relazione e circolazione d’amore. Dio non ama la solitudine, ci dice questa festa. Dio – ci comunica questa solennità – è equilibrio tra silenzio e ascolto, tra Parola e obbedienza data sempre nello spazio dell’amore. Ancora: la festa della santissima Trinità ci conferma che la comunione nel nostro convivere quotidiano è tanto più possibile e riuscita quanto più ognuno di noi si lascia accogliere dalla presenza – nella sua vita – dell’amore di Dio Padre che ci dona il Suo Figlio Gesù e che resta accanto a noi per sempre nel dono dello Spirito Santo.

Sono consapevole che per la nostra società scristianizzata questo linguaggio è poco comprensibile e lontano dalla mentalità di chi corre tra un canale all’altro del televisore perché stanco tanto delle scene di violenza e di morte che provengono dall’Ucraina aggredita dalla Russia quanto delle tribune elettorali che provano a spiegarci quesiti referendari che restano, di fatto, poco chiari e per addetti ai lavori. Lo so che il Vangelo non è più la luce che guida, che indirizza e che forma la nostra vita. E è per questo che la frase di Gesù riportata da san Giovanni: “lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità” ci passa sopra e non riusciamo a portarla nel cuore.

Ma è proprio questo ciò che dobbiamo ritrovare: il gusto, la passione e la bellezza del camminare sui sentieri della verità che il Signore Gesù ci ha indicato: vivere – sotto la guida dello Spirito Santo – per gli altri per scoprire che oltre la soglia del nostro egoismo abita la pace. Continuiamo a discutere e a litigare su chi vince o su chi ha la verità.

Il Vangelo di Gesù ci insegna che la verità non la si possiede (mai) ma che la si può incontrare solo andando incontro all’altro perché vinca l’amore. Case famiglie, condomini, contesti di lavoro e comunità: oggi siamo tutti raggiunti dalla bella notizia che la vita comune è possibile e che stare insieme è la sola verità che ci fa stare bene. A patto che sia intrisa di perdono, guidata dalla sua Parola e immersa nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Il cosiddetto Gloria al Padre è la preghiera più breve, ma anche la più vera se facciamo diventare la nostra comunione la più bella lode data a Dio. Buona festa a tutti.

 

Caro Gesù,                                  Preghiera dei piccoli

                   sai cosa mi piace di Te? Che ci abbracci senza fare troppe prediche e al di là di come ci siamo comportati.  I grandi non fanno così. Loro ci abbracciano ma sempre con tante raccomandazioni a comportarci bene. E quando facciamo qualcosa che a loro non piace, la prima cosa che ci tolgono è l’abbraccio.   Tu non sei così. 

Ci abbracci sempre, ma soprattutto quando abbiamo sbagliato e quando abbiamo bisogno del Tuo perdono.

Quando faccio il segno della croce mi sento abbracciato da Te, Gesù, che mi consegni l’amore del Padre e la libertà del Tuo Spirito.

Grazie al segno della croce, Gesù, imparo ad abbracciare gli altri come Tu abbracci noi.

E capisco che Tu mi vuoi bene per quello che sono.   P.S. È finita la scuola Gesù, ma le guerre non finiscono mai. Ti  prego Gesù, fai finire il rumore delle armi.