V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A

26-03-2023 - Preghiere poesie

V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A  con preghiera dei piccoli

Dal Vangelo secondo Giovanni 11, 1 - 45

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. ... 21Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà". 38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: "Togliete la pietra!". …  43Detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: "Liberàtelo e lasciàtelo andare".

 

Marta e Maria non si danno pace per la morte del fratello. Incolpano l’amico comune – Gesù – e gli addossano la responsabilità di non aver impedito alla morte di entrare in casa loro. Anche Gesù è addolorato per quella morte (“Gesù … si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?»” – 11, 33-34; 11,38). Ma decide, nonostante il dolore che lo attraversa, di aiutare Marta e Maria a non restare “legate” e “imbavagliate” dal lutto. Perché è questo il dramma generato dalla morte: trascinare i familiari e gli amici del defunto nelle sabbie mobili della disperazione; chiudere anche chi sopravvive al morto nel cimitero dove riposa la salma della persona scomparsa.

Siamo stati abituati a pensare che a Betania Gesù abbia resuscitato Lazzaro. Più in profondità – però – il miracolo del Signore Gesù a Betania coinvolge Marta e Maria, le sorelle del morto. E si noti come l’evangelista descrive la scena: “Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra»”. È questo il miracolo che Gesù compie a Betania: impedire che Marta e Maria muoiano con il fratello e aiutare le due sorelle a capire che il Signore Gesù ha donato a Lazzaro una vita che non muore più.

Quanto segue è coerente con questa premessa. Perché Marta e Maria non abbiano più dubbi, Gesù – dopo aver fatto togliere la pietra posta davanti alla grotta – chiama chi è stato chiuso in quel sepolcro (“Lazzaro vieni fuori” – 11,43). Lazzaro è ancora avvolto dalle bende utilizzate per il rito funebre. Ed è a questo punto che Gesù sferra l’insegnamento finale: “Liberatelo e lasciatelo andare”: lasciate che vostro fratello entri pienamente nella sua nuova condizione di vita senza fine e non chiudetelo mai più in un luogo di morte.

Gesù – ci dice san Giovanni – impedisce che la morte ci avvolga e ci trascini in quei sentieri di morte dai quali, se si entra, si rischia di non più uscire.

Penso alla spirale viziosa che genera la guerra. Distruzioni, ferite, famiglie smembrate, morte, ma anche – per non farci mancare nulla! –  bambini rubati alle famiglie di origine e deportati in altri contesti per sradicare da loro l’appartenenza identitaria al popolo nemico. Portarci fuori dalla morte generata dalle guerre (58 nel mondo, oggi!), è il grande miracolo che Gesù ci propone e ci chiede di attivare con Lui.

Ma penso a quanti malati sono affidati alla morte prima del tempo: chiusi e abbandonati in reparti altamente tecnologici dove ogni respiro e ogni battito del cuore è registrato, ma dove manca la vicinanza di una persona cara, la carezza di un famigliare e la parola affettuosa di chi ti ha sempre voluto bene. Il Signore Gesù ci offre una qualità di vita distante anni luce dai codici che la morte vorrebbe imporre a ciascuno di noi. E se non facciamo molta attenzione, noi – a chi si ammala seriamente – rischiamo di offrire cure così tecniche e fredde da anticipare la morte a chi è ancora fisicamente con noi, vivo.

Liberatelo e lasciatelo andare”. Si pensi alla forza di questa espressione applicata ai contesti in cui la corruzione corrode non solo la legalità, ma negando diritti e impedendo risposte ai bisogni dei cittadini, introduce il linguaggio della morte nella nostra società. Fermare l’arricchirsi personale proposto dalla corruzione e lasciare andare verso l’onestà chi deve servire il bene comune (e non rubare soldi e vita ai fratelli): è un altro aspetto del miracolo di Gesù. 

Liberatelo e lasciatelo andare”. Penso a chi scappa dal suo Paese perché segnato da miserie e guerre. Penso ai migranti. A quanti vediamo annegare e che spesso lasciamo in mare. Gesù, senza se e senza ma, ci chiede di aiutarli a vivere: slegandoli dalle loro sofferenze (possibilmente senza aggiungerne altre) e aiutandoli ad andare per la loro vita.

“Liberatelo e lasciatelo andare”. Penso al nostro cuore quando è abitato dal rancore, dalla voglia di vendetta ed è avvolto dall’odio e dal risentimento che avvelenano le relazioni e la vita tutta. Gesù ci porta fuori da questi sentimenti di morte e con la forza del Suo perdono ci educa a perdonare per ritrovarci liberi, “slegati” e capaci di andare verso la vita.

Ecco perché si chiama Pasqua la festa che stiamo per celebrare: perché con il Signore Gesù possiamo uscire dai contesti di morte e passare all’altra riva, dove la vita è più forte della morte e dove l’amore vince l’odio, l’egoismo, l’indifferenza e persino l’ingiustizia.

Grazie Signore Gesù per aver tolto la pietra che chiude la nostra vita e grazie per aver slegato il nostro cuore, le nostre mani e i nostri piedi. Grazie perché con Te abbiamo la forza di andare dove la vita è più forte della morte.                             

                                                Preghiera dei piccoli

Caro Gesù,

              non ho capito se il miracolo lo hai fatto a Lazzaro o alle sue sorelle, a Marta e Maria.

Anche perché loro hanno deciso che il fratello morto deve restare chiuso in una tomba.

Tu, invece, hai spiegato loro che Lazzaro anche se morto è ancora vivo e “con loro”.

Secondo me è questo il vero miracolo: aiutare chi resta a capire che i parenti e gli amici morti sono ancora vivi e soprattutto vicini.

Gesù sta finendo l’inverno. E nel primo giorno di primavera il nostro Paese ricorda, ogni anno, quanti sono morti per un’Italia più bella: senza ingiustizie e senza mafie.

Gesù aiutaci a non lasciare soli quanti hanno perso parenti e amici per difendere la giustizia.

Stai loro vicino come hai fatto con Marta e Maria.

E aiuta anche noi a fare la nostra parte