VIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO anno C (Luca. 6, 39 - 45)

02-03-2025 - Preghiere poesie

VIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO anno C (Luca. 6, 39 - 45) 

“Può forse un cieco guidare un altro cieco...Perchè guardi la pagliuzza...l’albero e i frutti”

Fa parte della natura umana cercare aiuti e consigli quando si è alle prese con scelte difficili o desiderare, per il proprio procedere, una guida capace di illuminare tratti di cammino particolarmente bui. È esperienza di tutti. E oggi molto più di ieri. Forse perché le vecchie certezze si stanno sgretolando; certamente perché siamo all’interno di cambiamenti epocali, ma anche a causa del sistema sociale in cui siamo immersi che ci rende tutti – nessuno escluso – atomi vaganti alle prese con una solitudine mai sino ad oggi sperimentata.

Qualcuno, per uscire dall’isolamento dell’io, cerca aiuto nell’oroscopo o nelle carte. Altri si affidano a psicologi, a psicoanalisti o a psichiatri a cui confidano le proprie incertezze e i propri dubbi nella speranza che il professionista di turno illumini un cammino carico di ansie e di paure. Altri ancora si affidano a guide più spirituali e meno sanitarie. Tutti – però – sperano di essere affiancati e guidati quando, nella vita, si fa la complessa esperienza del non saper discernere “dove” andare, “con chi” o “perché”. È in questi casi che l’aiuto di una “guida” competente e autorevole diventa indispensabile. A patto che – come dice Gesù nel Vangelo di Luca – la guida a cui si affida la propria vita non sia “cieca” E, di conseguenza, incapace di guidare. L’immagine è efficace: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?”. San Luca raccoglie diversi detti di Gesù. Li unisce in un unico discorso al termine delle cosiddette beatitudini per consegnarci la buona notizia: la certezza che è possibile – con il Suo aiuto – trovare non solo una “guida”, ma diversi accompagnatori autorevoli e competenti per il nostro incerto procedere.

Ma a chi si riferiva Gesù con la parabola del cieco che guida un altro cieco? Certamente a tutti coloro che, con il pretesto di guidare gli altri, si impegnano solo per ampliare il proprio potere, il proprio consenso e la propria ricchezza. Era così ai tempi di Gesù. Era così ai tempi di san Luca (cinque decenni dopo la vicenda del Gesù storico) ed è così ancora oggi. Che senso hanno i partiti, per fare un esempio, che anziché raccogliersi attorno ad un’idea di sviluppo e di giustizia sociale “chiudono” la propria identità nel nome del leader predestinato (da chi?) a fare il Presidente del Consiglio? Ma non sono “guide cieche” anche quanti lavorano più per la guerra che non per la pace? Quanti intravedono nei poveri, negli stranieri e nei disperati una minaccia da cacciare anziché risorse che ci aiutano ad uscire dall’egoismo che ci avvelena la vita? Chissà quanti – mentre san Luca scrive – sono alle prese con la propria autocandidatura per diventare non “guide”, ma padroni di ingenui discepoli del Signore Gesù incapaci di evitare la trappola dei falsi maestri e delle guide cieche.

Esiste però un ulteriore pericolo che san Luca intende denunciare affinché quanti leggono e pregano il suo Vangelo non perdano la guida della Parola di Gesù. L’evangelista vuole impedire che ogni battezzato “cerchi – da solo – il “suo” esclusivo maestro, la “sua” personale guida spirituale e il “suo” terapeuta senza nessun riferimento alla dimensione comunitaria del vivere. Se questo accade – ed è esattamente quanto avviene oggi – il discepolo del Signore Gesù esce dalla dimensione comunitaria in cui è stato inserito ed entra in un mercato di guide (cieche!) che evidenzia la fine della vita comunitaria.

Il vero accompagnatore cristiano – dice Gesù per bocca di san Luca – è la comunità cristiana. È all’interno della comunità che celebra l’eucaristia che Gesù Risorto guida, con il Suo Spirito, i suoi discepoli e – di conseguenza – ciascuno di noi. Significa fare della comunità cristiana il luogo in cui ognuno di noi può trovare mille maestri e altrettanti aiuti e accompagnatori sapendo – però – che nessun guida avrà il monopolio assoluto della sua vita. Solo al Signore Gesù è bene affidare la propria esistenza, se si vuole costruir la propria casa sulla roccia. E con Lui e grazie a Lui, lasciamo che la comunità cristiana ci offra le sue (molteplici) guide e ci aiuti per sciogliere insicurezze e dubbi vari. 

Senza il filtro della comunità guidata da Gesù risorto e dalla Sua Parola, chi si presenta come “guida”, spesso e volentieri entra nella manipolazione del plagio, del consumare la libertà dell’altro e del plasmare chi ha bisogno di aiuto a proprio uso e consumo.

La guida solitaria (e lontana dal Vangelo) è “cieca”, anche se è convinta di possedere l’unica verità che esiste e, proprio per questo, si presenta – inevitabilmente – come arrogante, falsa e violenta pur di imporre le sue convinzioni per obbligare chi deve seguirlo ad una obbedienza cieca e assoluta. Lo abbiamo visto in queste ultime settimane alle prese con guerre che non finiscono mai: nascono ogni giorno nuove “guide” e improvvisati mediatori che si vendono come gli inviati da Dio per difendere – di fatto – solo i propri interessi.

Ancora una volta il Vangelo del Signore Gesù si presenta a noi come proposta di libertà. E ci conferma che Papa Francesco – al quale va tutto il nostro affetto e per il quale continuiamo a pregare – è guida autentica perché non si allontana mai dal Vangelo e perché ci ricorda che solo il Signore Gesù è la Strada che ci porta alla Pace vera e giusta che come profeta instancabile continua a chiedere e a proporre all’umanità tutta.

Buona domenica.

 

                                                                           Preghiera dei piccoli

Caro Gesù,

                    la maestra ci ha insegnato che le piante sono come le persone, ma non uguali alle persone.

Sono come noi perché sono esseri viventi che nascono, crescono e muoiono. Sono diverse da noi perché ogni pianta può fare solo un tipo di frutto, mentre noi umani possiamo compiere diversi tipi di azioni o, come dici Tu Gesù, siamo in grado di produrre frutti sia buoni che cattivi.

Mi piace tanto questa distinzione, Gesù.

Vuole dire che la persona che produce frutti cattivi non è cattivo, ma uno che ha fatto del male. Se però la persona cambia e decide di fare il bene, anche chi ha fatto del male può tornare ad essere una persona buona.

Grazie Gesù perché non ci chiudi mai nella cattiveria o nel male. E se anche ci comportiamo male Tu ti prendi cura di noi per aiutarci a fare frutti buoni.

Gesù ti prego per Papa Francesco. Aiutalo a guarire.