III DOMENICA DI PASQUA ANNO B

18-04-2021 - Preghiere poesie

III DOMENICA DI PASQUA  ANNO B

 

«Ed essi [i discepoli di Emmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.44Poi disse: “Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture  46e disse loro: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni”».  Lc 24, 35-48

 

In un simpatico racconto pubblicato dall’inserto La lettura del Corriere della Sera di domenica scorsa, Jumoke Verissimo, poetessa e scrittrice nigeriana, scrive così a proposito della morte della levatrice che ha fatto nascere il protagonista della storia: “Preferì morire piuttosto che vedere giorno dopo giorno bambini uccisi dai loro genitori. Se vi chiedete perché il governo o nessun altro abbia fatto qualcosa al riguardo, potrei anche dirvi che né il governo né nessun altro si preoccupa di persona come noi. I poveri sono sempre davanti agli occhi dei ricchi, ma questi non li vedono mai finché non diventano un mezzo per risolvere i loro problemi.”. Sono certo che chi ha scritto questo testo non prevedeva l’utilizzo del suo racconto per commentare il Vangelo di san Luca nella III Domenica dopo Pasqua, ma è difficile spiegare meglio la drammatica contraddizione della vista umana: tutto è sotto i nostri occhi, ma vediamo “solo” ciò che ci interessa, che ci serve e che siamo tentati di sfruttare. I discepoli di Emmaus e gli Undici sono alla presenza del Risorto che si pone “in mezzo a loro”. Lo vedono, ma sono convinti di vedere un “fantasma” e non riescono ancora a credere che quella concreta presenza (che si lascia vedere, toccare e che mostra i segni della crocifissione su mani e piedi) sia proprio Lui: il Gesù che si è lasciato condannare a morte e che ha vinto la morte e che ora, vincendo la morte, è il Signore.

Neppure il mangiare “una porzione di pesce arrostito davanti a loro” scioglie i loro dubbi. Perché cambi in loro il modo di vedere e di usare gli occhi, è necessario che Gesù Risorto “apra loro la mente per comprendere le scritture”. Il che significa che se il Vangelo non corrette il nostro modo di “vedere”, siamo come dice Jumoke Verissimo: con i poveri sempre sotto gli occhi, ma incapaci di vederli (fino a quando non possono servire per risolvere i nostri problemi!).

Il Sud del mondo – lo sappiamo – non lo vede nessuno, tranne chi commercia con i Paesi poveri per “vendere” loro servizi, tecnologie, macchinari e armi che – da soli – non sono in grado di procurarsi. Anche chi ha bisogno dei loro prodotti (da rivendere a prezzi maggiorati) e della loro manodopera (sottopagata) vede e conosce i Paesi poveri. Conclusi però gli affari commerciali, tutte queste persone lontane da noi, diventano “fantasmi” e invisibili. Ma non sono solo i Paesi poveri che non vediamo.

Sotto i nostri occhi passano – ogni giorno – scene di persone “piegate” dalla disoccupazione che, puntualmente non vediamo. Lo stesso dicasi per gli “invisibili” che abitano vicino a noi e che sono appesantiti (ma dovremmo dire quasi “abbandonanti”) dalla presa in carico di disabili e anziani non autosufficienti. Anche i nostri bambini crescono e studiano vicino ad amici e compagni di banco senza accorgersi che non possono accedere alla DAD (Didattica A Distanza) perché sono senza computer, senza connessione e perché le loro famiglie (che sembrano dei “fantasmi”) si vergognano a chiedere aiuto. Ma i nostri occhi non “vedono” nemmeno i tanti che – quotidianamente – si fanno carico di tutto ciò che questa pandemia ha scatenato e che spendono tutte le loro forze, energie e risorse come infermieri, medici, volontari, operatori della protezione civile e in quei mille servizi senza i quali saremmo tutti decisamente più poveri. Sono questi, però, i “segni” di bontà, di giustizia e di attenzione al fratello debole con cui Gesù risorto si lascia incontrare e trovare. Sono loro – i nostri fratelli che si prendono cura del prossimo, del creato e della Pace – che ci fanno incontrare (e riconoscere) il Risorto. L’esperienza ce lo ha ormai confermato: girarsi dall’altra parte quando povertà, male e ingiustizie bussano alla nostra porta, non ci rende felici. Ci immerge in quella indifferenza che ci fa morire di noia e di egoismo. Per essere “beati” dobbiamo imparare a stare con il Vangelo affinché il Signore risorto presente nella Scrittura ci apra la mente (e il cuore) e ci abiliti a riconoscerLo nei tanti crocefissi – con mani e piedi segnati da visibili ferite – che ci camminano accanto e che ci aiutano a ritrovare il senso della vita, della vista, della comunità e della bontà intrisa di giustizia.

Buona domenica.

 

Preghiera dei ragazzi

Caro Gesù,

dimmi se ho capito giusto: vai a trovare i tuoi discepoli. Mostri loro i segni delle ferite su mani e piedi, chiedi del cibo da mangiare e – nonostante questo – loro hanno paura e non riescono ancora a credere in Te?

Sai che cosa mi ha detto mia nonna quando le ho chiesto perché la sua piccola bibbia è tutta consumata? “Perché sono vecchia – mi ha risposto – è perché l’ho tenuta sempre con me. Tutta la vita. L’ho letta e ri-letta tante volte. E giorno dopo giorno, si è consumata. Ma sono contenta. Perché leggendo il Vangelo sono stata con Gesù”.

Gesù hai ragione Tu: senza leggere il Tuo Vangelo, Tu ci passi vicino e noi non ti vediamo e non ti riconosciamo. Come se Tu fossi un fantasma.

Anch’io, da vecchio, vorrei avere la copia del mio Vangelo consumata.

Ho voglia di stare con Te, Gesù.