
Parrocchia di San Martino -Via San Martino, 4 - 13854 Quaregna Cerreto (BI)
11 NOVEMBRE : SAN MARTINO dI TOURS
SABATO 8 NOVEMBRE 2025 ALLE ORE 20,45: IN CHIESA PARROCCHIALE
II° CONCERTO CON “POCKET STREET BANd”
Tromba: Camilla Rolando Trombone 1: Angelo Rolando
Trombone 2: Roberto Prandi Chitarra: Gioela Scomazzon
Batteria: Luca Roffino Basso: Michele Carlino
Serata “meditativa” con Musica Swing Tradizionale
(entrata libera)
DOMENICA 9 N0VEMBRE: FESTA PATRONALE DI SAN MARTINO
CON GLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO
- ore 10.00 Accoglienza delle coppie e prove di canto
- ore 10,30 Celebrazione dell'Eucarestia (foto di gruppo)
Non riuscendo organizzare il pranzo, come da tradizione, alcune/i volontari/e prepareranno per l’occasione un abbondante e variegato Buffet davanti la chiesa per quanti vorranno fermarsi per fraternizzare prima di rientrare a casa. (in oratorio in caso di pioggia)
Per motivi organizzativi meglio dare la propria adesione entro il 6 novembre
ore 12.00 telefonando a Giorgio 3499567150 o a Franca 3479050592
(se qualcuna/o volesse fare un dolce o torta salata o…..lo comunichi per tempo)
MARTEDI’ 11 NOVEMBRE: SAN MARTINO DI TOURS
Nel pomeriggio alle ore 14,15 in Oratorio proiezione del Film “Il treno dei bambini”di Cristina Comencini, cui seguirà breve dibattito e merenda….
Grazie a tutti, collaboratrici e collaboratori, che si adoperano nel silenzio …..
Il parroco è reperibile al numero 3332139029 - Mail: mariomrchr@gmail.com
Sito:www.unachiesaapiuvoci.it
Finalmente si ri-parla di Immigrati!
Ho letto nei giornali di questo fine settimana la polemica e il ricorso al Tar da parte del primo cittadino e della giunta di Muzzano (che non conosco), alimentata dal segretario provinciale Roberto Simonetti e dal vicecoordinatore regionale della Lega, Alessio Ercoli che, rifacendosi al periodo del 2011, intendono giustificare oggi la loro contrarietà ad un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) presso la struttura dei Salesiani, definita dagli stessi “struttura di spiritualità” e “simbolo della nostra fede”, usando pure l’espressione “Pastorale Giovanile”. Un linguaggio che appartiene alla Chiesa, ossia ad una delle tante realtà che coltivano sì la spiritualità, che annunciano e testimoniano sì il Vangelo, di Pastorale Giovanile, ma che hanno come prerogativa l’impegno dell’accoglienza, della fraternità, del siamo tutti fratelli e sorelle, figli e figlie dello stesso Padre in cui diciamo di credere in quanto battezzati/e. E immagino che pur loro professino la stessa fede in Gesù Cristo, che ci rivela il volto del Padre. Coerenza e realismo vorrebbero che di fronte ad un fenomeno così complesso e inarrestabile si usassero parole e motivazioni serie e lungimiranti, oltre che cariche di umanità. Pareva che ultimamente non ci fossero più sbarchi poiché non se ne palava. Invece l’immigrazione da sempre è inarrestabile e non dipende solo da noi. Anzi noi, italiani e italiane, ci siamo messi in viaggio lasciando i nostri paesi per migliorare economicamente la nostra vita e inconsciamente abbiamo contribuito alla crescita economica e sociale dei territori o nazioni in cui siamo approdati. Basterebbe pensare anche solo al Biellese. Che ne sarebbe oggi se non fossero arrivati i veneti o i meridionali?
E oggi come allora qualcuno faceva da tramite per spostare mano d’opera, a volte sottopagata. Ma i più si mettevano in viaggio perché parenti o conoscenti li incoraggiavano a partire per un lavoro. Oggi ci sono motivi ben più gravi dovuti a evidenti situazioni di guerre ingiustizie cambiamenti climatici (nonostante i negazionisti o chi pensa ingenuamente di poter fermare gli sbarchi o di rimpatriare gli irregolari). Meglio sarebbe "governare" e regolarizzare quanti sono già nei nostri territori . A nome di quanti si adoperano per accogliere, accompagnare e integrare gli immigrati, senza far troppo rumore, posso dire che è possibile e “conveniente” un approccio umano nel rispetto delle diversità. Nei nostri paesi del Biellese dal 2011 non si sono verificati episodi di violenza, di stupri, di furti da parte degli immigrati, salvo qualche intervento delle forze dell’ordine per sedare liti comprensibili tra diverse etnie. Nel comune di Quaregna Cerreto dal 2011 (anno in cui con la Caritas si è avviato il progetto dell’accoglienza diffusa) sono transitati centinaia di immigrati provenienti dall’Africa, dal Pakistan, e attualmente anche dal Bangladesh, e nessun abitante può dire male di loro. Tutti hanno fatto corsi per imparare la lingua, alcuni hanno frequentato corsi dai salesiani di Vigliano, han preso la patente, lavorano in diverse aziende apprezzati dai loro titolari, hanno ottenuto permessi di soggiorno si sono sposati hanno ottenuto il congiungimento famigliare e hanno generato figli. Negli ultimi tempi i permessi di soggiorno vengono concessi per pochi mesi, ragion per cui i contratti di lavoro sono temporanei. Così pure con molta difficoltà, causa la troppa diffidenza e nessun rapporto personale, si affittano case agli “extra comunitari” (espressione spregevole usata anche verso noi veneti o meridionali, senza i quali il Biellese sarebbe da mò diventata zona depressa).
Ringraziamo gli stranieri se asili e scuole resteranno aperte, ringraziamo gli stranieri se artigiani, imprenditori, agricoltori o settori che richiedono manovalanza o assistenza agli anziani potranno avere un futuro. Accogliamo e investiamo per una sana integrazione educando all’incontro personale, all’ascolto e alla conoscenza reciproca le piccole comunità che si stanno via via spegnendo. Ne va del nostro futuro. Ai giovani rientrati dal Giubileo ed entusiasti per l’esperienza di fede, degli incontri e amicizie e per le parole del papa, per la veglia e le altre celebrazioni, la difficile ma cristiana missione di sensibilizzare le famiglie e le loro Comunità per una mentalità e uno sguardo altro sul diverso. Il volto di Cristo si manifesta nel fratello e sorella che chiede di essere ospitato ….curato visitato sfamato. Confido nella capacità e sensibilità delle nuove generazioni che sapranno scatenare la loro fantasia per suggerire e trovare modalità di accoglienza e di graduale integrazione dei richiedenti asilo, senza se e senza ma. In nome del Vangelo e dell’umano sentire.
Mario Marchiori, prete e cittadino di questo mondo.
E non si strumentalizzi la religione o la fede per alimentare paure o narrazioni che nulla hanno a che vedere con le drammatiche situazioni che l’umanità intera sta vivendo!
LA PACE E’ L’UOMO
Meglio che la terra ritorni deserta
La pace è l’uomo e quest’uomo è mio fratello
La libertà è l’uomo
e quest’uomo è mio fratello il più schiavo di tutti i fratelli.
La giustizia è l’uomo e quest’uomo è mio fratello;
per un’idea non posso uccidere! Per un sistema non posso uccidere
per nessuno nessuno fra tutti i sistemi!
L’uomo è più grande del mondo «e il più piccolo fra voi
sarà ancora più grande nel Regno». Io devo solo lottare,
sempre, insieme, o da solo, lottare e farmi anche uccidere.
La pace è lotta per l’uomo, uno bisogna che redima
anche la morte. Neppure per la fede posso uccidere,
l’uomo è l’icona di Dio, Dio che geme nell’uomo.
E se la Chiesa non è per l’uomo non è degna di fede
non può essere chiesa.
E se le politiche non sono per l’uomo
vadano alla malora tutte queste politiche.
Maledetto l’uomo che non è per l’uomo
maledetta ogni idea, ogni fede: ogni madre non generi più,
il maschio sia morso dal serpe quando vuol concepire.
Siano distrutte queste città quando ogni ventre di donna
è un cimitero: civiltà «cristiana»
che porta la morte nel proprio ventre!
L’uomo non conta più nulla: o stirpe di rapaci,
il dio della morte ci domina.
L’uomo è fucilato a Santiago
abbrutito nelle gabbie di Saigon torturato a Belo Horizonte
schiacciato come un verme a Mozambico e il feddayn è sepolto
nella tomba di sabbia, il negro è chiuso bestiame
nelle «locations» a Johannesburg, oppure urla a milioni di sete
nello squallido Volta.
Ma il rame vale più dell’uomo
il petrolio vale più dell’uomo il prestigio, la potenza, il sistema
valgono più dell’uomo.
Meglio che la terra ritorni
deserta, meglio che i fiumi scorrano
liberi nel verde intatto del mondo,
e Dio si abbia la lode dai volatili della foresta!
Ma che sia l’aria come al mattino del mondo
e caste siano ancora le acque e al cielo non salga più
una voce d’uomo né la terra più oda
questo frastuono di parole quando la ragione è della forza
e a reggere il mondo sono solo le armi.
L’uomo ha fallito, l’uomo è sempre ucciso
crocefisso da sempre.
Cristo, o ragione
di questo esistere, folle bellezza…
P. David Maria Turoldo
PREGHIERA A DIO di Voltaire (Trattato sulla Tolleranza - 1765)
Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo; ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi: se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato, a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura.
Fa' sì che questi errori non generino la nostra sventura. Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro, né delle mani per sgozzarci a vicenda; fa' che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera. Fa' sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole, tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate, tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te, insomma che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomi chiamati "uomini" non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione. Fa' in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole; che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera; che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo.
Fa' che coloro il cui abito è tinto in rosso o in violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo, e che posseggono qualche frammento arrotondato di un certo metallo, gioiscano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano "grandezza" e "ricchezza", e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cose vane non c'è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi.
Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli! Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime, come odiano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell'attività pacifica! Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace, ed impieghiamo il breve istante della nostra esistenza per benedire insieme in mille lingue diverse, dal Siam alla California, la tua bontà che ci ha donato questo istante.
In quale dio si crede?
Oggi il problema non è l'ateismo. Il vero problema è: in quale Dio si crede. Io non credo in Dio; credo solo nel Dio di Gesù Cristo, nel Dio degli umili, degli oppressi, nel Dio per l'uomo, fratello di tutti gli uomini, che anzi si offre perché tutti vivano, ecc.
Gesù Cristo è ucciso in nome di Dio; del Dio sbagliato, naturalmente.
Anche S. Paolo dice: "Io per dar gloria a Dio, volevo metter a morte tutti i cristiani" (Gal 1,13-14).
Ma poi diventa cieco.
L'uomo sbagliato
Un altro pericolo, uguale al primo (falso concetto di Dio), è il falso concetto di uomo. Bisognerebbe che ciascuno di noi pensasse di rispondere a questa domanda: cosa pensi di te stesso? Come di concepisci?
L'uomo sbagliato è una conseguenza del Dio sbagliato. Si ha l'uomo sbagliato quando questi si crede un assoluto, si crede l'unica fonte del bene e del male; si crede autonomo, padrone di fare quello che vuole. Da qui nasce l'arbitrarietà, il sopruso, la sopraffazione, la strumentalizzazione dei valori, la devastazione, fino all'autodistruzione.
David Maria Turoldo, La guerra sconfitta di Dio, Ed.Colibrì
L’iniziativa “Una Chiesa a più voci”, lanciata nel 2007 nel corso dei lavori di ristrutturazione della chiesa parrocchiale, ha finora realizzato centinaia di serate e diverse domeniche con la presenza di relatori qualificati, con toccanti testimonianze di vita e temi anche scottanti, suscitando solitamente grande interesse e qualche prevedibile dissenso. Incontri stimolanti, arricchenti e apprezzati da quanti, liberamente e responsabilmente, hanno partecipato e ci chiedono di continuare ad offrire nuove opportunità di ascolto per approfondire, conoscere, confrontarsi sui diversi argomenti, problematiche e proposte che interpellano credenti e non credenti, in uno spirito di rispetto per le singole sensibilità e cammini di crescita umana e spirituale, in un contesto di Chiesa e di società sempre in continua evoluzione.
Ostinati e convinti sostenitori del Concilio vaticano II e delle sue grandi aperture e innovazioni pastorali, leggeremo e ci confronteremo attentamente, consapevoli che siamo chiamati al servizio del vangelo e non viceversa. Qualcosa che è possibile e necessario fare anche quando non ci fossero spazi istituzionali e parrocchiali disponibili.
Nel sito www.unachiesaapiuvoci.it troverete prossimamente le date delle serate in calendario. E aggiornamenti con articoli e riflessioni sull’attualità.