


"Francesco – La Chiesa che vorrei" - Speciale 10 anni Pontificato di Papa Francesco

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Con gli auguri da parte di una Chiesa a più voci e dei tanti amici. donmario



Con Mercoledì 22 febbraio abbiamo iniziato il cammino quaresimale. La celebrazione ha visto la presenza numerosa dei genitori coi loro figli/e. La cenere sul capo ci ricorda che siamo pellegrini in questo mondo e il tempo a nostra disposizione non va sprecato. Siamo in continuo allenamento per abitare in maniera buona e bella la vita. Il prezioso profumo del nardo con cui siamo stati accarezzati ci ricordano che ogni fatica, ogni impegno per fare bene anche le più piccole cose generano la bellezza e il sapore della vita e delle nostre relazioni. Ci lasciamo nutrire in questi 40 giorni dalla lettura e dal commento dei Vangeli del giorno meditati da Fr. Enzo Bianchi che ancora ringraziamo per il dono della Parola spezzata per noi.
Buonn cammino quaresimale. donmario
«Il messaggio è chiaro: Dio ci ama per primo, gratis, facendo il primo passo verso di noi senza che lo meritiamo; e allora noi non possiamo celebrare il suo amore senza fare a nostra volta il primo passo per riconciliarci con chi ci ha ferito. Così c’è compimento agli occhi di Dio, altrimenti l’osservanza esterna, puramente rituale, è inutile, diventa una finzione. In altre parole, Gesù ci fa capire che le norme religiose servono, sono buone, ma sono solo l’inizio: per dare loro compimento è necessario andare oltre la lettera e viverne il senso. I comandamenti che Dio ci ha donato non vanno rinchiusi nelle casseforti asfittiche dell’osservanza formale, se no rimaniamo in una religiosità esteriore e distaccata, servi di un “dio padrone” piuttosto che figli di Dio Padre. Gesù vuole questo: non avere l’idea di servire un Dio padrone, ma il Padre; e per questo è necessario andare oltre la lettera».
papa Francesco, Angelus del 12 febbraio 2023


In quale dio si crede?
Oggi il problema non è l'ateismo. Il vero problema è: in quale Dio si crede. Io non credo in Dio; credo solo nel Dio di Gesù Cristo, nel Dio degli umili, degli oppressi, nel Dio per l'uomo, fratello di tutti gli uomini, che anzi si offre perché tutti vivano, ecc.
Gesù Cristo è ucciso in nome di Dio; del Dio sbagliato, naturalmente.
Anche S. Paolo dice: "Io per dar gloria a Dio, volevo metter a morte tutti i cristiani" (Gal 1,13-14).
Ma poi diventa cieco.
L'uomo sbagliato
Un altro pericolo, uguale al primo (falso concetto di Dio), è il falso concetto di uomo. Bisognerebbe che ciascuno di noi pensasse di rispondere a questa domanda: cosa pensi di te stesso? Come di concepisci?
L'uomo sbagliato è una conseguenza del Dio sbagliato. Si ha l'uomo sbagliato quando questi si crede un assoluto, si crede l'unica fonte del bene e del male; si crede autonomo, padrone di fare quello che vuole. Da qui nasce l'arbitrarietà, il sopruso, la sopraffazione, la strumentalizzazione dei valori, la devastazione, fino all'autodistruzione.
David Maria Turoldo, La guerra sconfitta di Dio, Ed.Colibrì
L’iniziativa “Una Chiesa a più voci”, lanciata nel 2007 nel corso dei lavori di ristrutturazione della chiesa parrocchiale, ha finora realizzato centinaia di serate e diverse domeniche con la presenza di relatori qualificati, con toccanti testimonianze di vita e temi anche scottanti, suscitando solitamente grande interesse e qualche prevedibile dissenso. Incontri stimolanti, arricchenti e apprezzati da quanti, liberamente e responsabilmente, hanno partecipato e ci chiedono di continuare ad offrire nuove opportunità di ascolto per approfondire, conoscere, confrontarsi sui diversi argomenti, problematiche e proposte che interpellano credenti e non credenti, in uno spirito di rispetto per le singole sensibilità e cammini di crescita umana e spirituale, in un contesto di Chiesa e di società sempre in continua evoluzione.
Ostinati e convinti sostenitori del Concilio vaticano II e delle sue grandi aperture e innovazioni pastorali, leggeremo e ci confronteremo attentamente, consapevoli che siamo chiamati al servizio del vangelo e non viceversa. Qualcosa che è possibile e necessario fare anche quando non ci fossero spazi istituzionali e parrocchiali disponibili.
Nel sito www.unachiesaapiuvoci.it troverete prossimamente le date delle serate in calendario per il nuovo anno 2022. E aggiornamenti con articoli e riflessioni sull’attualità.
V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A con preghiera dei piccoli
Dal Vangelo secondo Giovanni 11, 1 - 45
17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. ... 21Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà". 38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: "Togliete la pietra!". … 43Detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: "Liberàtelo e lasciàtelo andare".
Marta e Maria non si danno pace per la morte del fratello. Incolpano l’amico comune – Gesù – e gli addossano la responsabilità di non aver impedito alla morte di entrare in casa loro. Anche Gesù è addolorato per quella morte (“Gesù … si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?»” – 11, 33-34; 11,38). Ma decide, nonostante il dolore che lo attraversa, di aiutare Marta e Maria a non restare “legate” e “imbavagliate” dal lutto. Perché è questo il dramma generato dalla morte: trascinare i familiari e gli amici del defunto nelle sabbie mobili della disperazione; chiudere anche chi sopravvive al morto nel cimitero dove riposa la salma della persona scomparsa.
Siamo stati abituati a pensare che a Betania Gesù abbia resuscitato Lazzaro. Più in profondità – però – il miracolo del Signore Gesù a Betania coinvolge Marta e Maria, le sorelle del morto. E si noti come l’evangelista descrive la scena: “Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra»”. È questo il miracolo che Gesù compie a Betania: impedire che Marta e Maria muoiano con il fratello e aiutare le due sorelle a capire che il Signore Gesù ha donato a Lazzaro una vita che non muore più.
Quanto segue è coerente con questa premessa. Perché Marta e Maria non abbiano più dubbi, Gesù – dopo aver fatto togliere la pietra posta davanti alla grotta – chiama chi è stato chiuso in quel sepolcro (“Lazzaro vieni fuori” – 11,43). Lazzaro è ancora avvolto dalle bende utilizzate per il rito funebre. Ed è a questo punto che Gesù sferra l’insegnamento finale: “Liberatelo e lasciatelo andare”: lasciate che vostro fratello entri pienamente nella sua nuova condizione di vita senza fine e non chiudetelo mai più in un luogo di morte.
Gesù – ci dice san Giovanni – impedisce che la morte ci avvolga e ci trascini in quei sentieri di morte dai quali, se si entra, si rischia di non più uscire.
Penso alla spirale viziosa che genera la guerra. Distruzioni, ferite, famiglie smembrate, morte, ma anche – per non farci mancare nulla! – bambini rubati alle famiglie di origine e deportati in altri contesti per sradicare da loro l’appartenenza identitaria al popolo nemico. Portarci fuori dalla morte generata dalle guerre (58 nel mondo, oggi!), è il grande miracolo che Gesù ci propone e ci chiede di attivare con Lui.
Ma penso a quanti malati sono affidati alla morte prima del tempo: chiusi e abbandonati in reparti altamente tecnologici dove ogni respiro e ogni battito del cuore è registrato, ma dove manca la vicinanza di una persona cara, la carezza di un famigliare e la parola affettuosa di chi ti ha sempre voluto bene. Il Signore Gesù ci offre una qualità di vita distante anni luce dai codici che la morte vorrebbe imporre a ciascuno di noi. E se non facciamo molta attenzione, noi – a chi si ammala seriamente – rischiamo di offrire cure così tecniche e fredde da anticipare la morte a chi è ancora fisicamente con noi, vivo.
“Liberatelo e lasciatelo andare”. Si pensi alla forza di questa espressione applicata ai contesti in cui la corruzione corrode non solo la legalità, ma negando diritti e impedendo risposte ai bisogni dei cittadini, introduce il linguaggio della morte nella nostra società. Fermare l’arricchirsi personale proposto dalla corruzione e lasciare andare verso l’onestà chi deve servire il bene comune (e non rubare soldi e vita ai fratelli): è un altro aspetto del miracolo di Gesù.
“Liberatelo e lasciatelo andare”. Penso a chi scappa dal suo Paese perché segnato da miserie e guerre. Penso ai migranti. A quanti vediamo annegare e che spesso lasciamo in mare. Gesù, senza se e senza ma, ci chiede di aiutarli a vivere: slegandoli dalle loro sofferenze (possibilmente senza aggiungerne altre) e aiutandoli ad andare per la loro vita.
“Liberatelo e lasciatelo andare”. Penso al nostro cuore quando è abitato dal rancore, dalla voglia di vendetta ed è avvolto dall’odio e dal risentimento che avvelenano le relazioni e la vita tutta. Gesù ci porta fuori da questi sentimenti di morte e con la forza del Suo perdono ci educa a perdonare per ritrovarci liberi, “slegati” e capaci di andare verso la vita.
Ecco perché si chiama Pasqua la festa che stiamo per celebrare: perché con il Signore Gesù possiamo uscire dai contesti di morte e passare all’altra riva, dove la vita è più forte della morte e dove l’amore vince l’odio, l’egoismo, l’indifferenza e persino l’ingiustizia.
Grazie Signore Gesù per aver tolto la pietra che chiude la nostra vita e grazie per aver slegato il nostro cuore, le nostre mani e i nostri piedi. Grazie perché con Te abbiamo la forza di andare dove la vita è più forte della morte.
Preghiera dei piccoli
Caro Gesù,
non ho capito se il miracolo lo hai fatto a Lazzaro o alle sue sorelle, a Marta e Maria.
Anche perché loro hanno deciso che il fratello morto deve restare chiuso in una tomba.
Tu, invece, hai spiegato loro che Lazzaro anche se morto è ancora vivo e “con loro”.
Secondo me è questo il vero miracolo: aiutare chi resta a capire che i parenti e gli amici morti sono ancora vivi e soprattutto vicini.
Gesù sta finendo l’inverno. E nel primo giorno di primavera il nostro Paese ricorda, ogni anno, quanti sono morti per un’Italia più bella: senza ingiustizie e senza mafie.
Gesù aiutaci a non lasciare soli quanti hanno perso parenti e amici per difendere la giustizia.
Stai loro vicino come hai fatto con Marta e Maria.
E aiuta anche noi a fare la nostra parte