IV DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B 14 marzo 2021
Dal Vangelo di Giovanni ( Gv 3, 14-21)
«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21 Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Nel vangelo di Giovanni la figura di Nicodemo compare solo tre volte. La prima al capitolo 3 in cui si dice che era “uno dei capi dei Giudei” (Gv. 3,1) e che si reca da Gesù “di notte”. La seconda quando prova timidamente a difendere Gesù (“La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?” – Gv. 7,50). E, infine, dopo la morte di Gesù in cui si dice che porta, per la Sua sepoltura, “circa 30 chili di una mistura di mirra e di aloe” (Gv. 19, 39).
Tre distinti momenti che possono interpretare molto bene quanto stiamo vivendo.
- Da oltre un anno siamo immersi nella notte della pandemia senza vedere i segni dell’alba. Solo in Italia le cifre parlano di oltre tre milioni di contagiati e più di 100.000 morti (quasi 3 milioni i morti nel mondo). Siamo stanchi e persino sfiduciati.
- L’8 marzo celebrato all’inizio della settimana ci ha ricordato che sono ancora troppe le donne vittime di compagni che confondono il possesso con l’amore (12 donne uccise solo dall’inizio di quest’anno!).
- Il profetico e coraggioso viaggio di Papa Francesco in Iraq ci ha obbligato a vedere anche ciò che preferiremmo ignorare: gli orrori delle guerre, gli scandali delle armi vendute per fare profitto, la distruzione della vita e dell’habitat generato dall’odio e dalla violenza, il doppio diritto ad emigrare di ogni essere umano, etc.
Domanda: non siamo un po’ tutti come Nicodemo? Alla ricerca della verità e – allo stesso tempo – così “timorosi” delle conseguenze del nostro muoverci, da agire con il favore delle tenebre e con tutte le nostre ansie e insicurezze. Cerchiamo la vita, ma siamo anche un po' complici con chi la nega e la calpesta! Non possiamo sentirci in colpa per il fatto di vivere nella parte del mondo più garantita, ma non possiamo sentirci autorizzati a girarci dall’altra parte quando veniamo a conoscenza delle ingiustizie del pianeta. Vorremmo reagire, cambiare qualcosa, seminare speranza e costruire contesti in cui non si debba obbligatoriamente parlare di paura, di morte, di malattia e di ingiustizie. Non sappiamo però da che parte andare. In che direzione muoverci e come portare luce e speranza là dove sembrano vincere buio, notte e disperazione.
Il colloquio tra Gesù e Nicodemo ci offre una gran bella pagina di metodo, di speranza e di sostegno anche spirituale. Intanto ci conferma sul fatto che la Sua Parola non è mai inoperosa. Una volta entrata in noi e ascoltata con libertà e fiducia, scava nel nostro cuore, lo abita e fa crescere in noi la gioia di chi si sente amato e la forza di chi sa adoperarsi per fermare l’avanzare della morte. Quel timido cenno al capitolo 7 del suo vangelo in cui l’evangelista ci presenta Nicodemo come desideroso di maggior giustizia per Gesù, è, il primo frutto di quella Parola ascoltata “di notte” e che comincia a trasformare il vivere. Nicodemo non si muove più dando la priorità a quelli del suo clan (“prima i nostri!”), ma si sente interpellato dall’ingiustizia e prova a schierarsi dalla parte della libertà e della verità (riconoscendo che in Gesù non ci sono colpe). La frase di Gesù - “Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” – sta ormai facendosi spazio nel suo cuore per convincerlo che l’amore è più forte dell’odio proprio come la vita vince la morte. Nicodemo non ha ancora capito che cosa vuole dire che “il figlio dell’uomo deve essere innalzato come Mosè innalzò il serpente nel deserto”, ma non appena vedrà Gesù sulla croce che muore per noi e che perdona i suoi carnefici (oltre ad accogliere anche chi gli muore accanto), capisce che quell’essere “innalzato” sulla croce è il segno dell’amore con cui Gesù ci ha amato. Nicodemo – reso “adulto” e “solido” dalla Parola di Gesù – ha ora la forza di portare, nel “giardino” in cui viene deposta la salma di Gesù, 30 chili di profumo: perché la fragranza della vita fermi – una volta per tutte – l’avanzare della morte. Là dove la pandemia ci vorrebbe mangiare la speranza, nei contesti di guerra e di devastazione creati da troppe armi e nelle case in cui si piange la morte di una donna a causa della violenza di chi l’avrebbe dovuto proteggerla, avanzi il profumo della vita e dell’amore con la stessa delicatezza, speranza e forza con cui Nicodemo ha fatto il “suo” gesto. Buona Quaresima.
Preghiera dei piccoli
Caro Gesù,
vero che Nicodemo è quello che ha portato 30 chili di profumo per la tua sepoltura?
Proprio lui che era pieno di dubbi, di paure e che non voleva farsi vedere parlare con Te (quello che ti cercava “di notte”), non appena ha saputo che Tu sei morto in croce, è l’unico che si prende cura del tuo corpo dopo la Tua morte in croce
Quel profumo, secondo me, è il suo modo per ringraziarti di tutto quello che gli hai insegnato e per dirti che ha capito: Tu non sei venuto per condannare il mondo, ma per portare a tutti noi il profumo dell’amore di Dio.
Gesù anch’io sono un po’ come Nicodemo. A volte ho paura a farmi vedere con Te; altre volte vorrei cercati “di notte” per chiederti di aiutarmi a vivere bene.
Grazie Gesù perché Tu non ci condanni mai e perché porti nella mia vita il profumo dell’amore di Dio.