VI DOMENICA DI PASQUA ANNO A

15-05-2023 - Preghiere poesie

VI DOMENICA DI PASQUA ANNO A con preghiera dei piccoli

Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-21                                                                                                     In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Per Gesù, ci dice san Giovanni, la fatica di vivere ha un preciso nome: quel sentirsi “orfani” e “gettati” in un mondo dal caso, per non dire dal caos, senza nessun punto di riferimento. Oggi ci sono, domani non ci sono, ma il perché di questo tribolare quotidiano non ci è dato saperlo. Questo vuole dire sentirsi “orfani”. Qualcuno anestetizza questo dolore con un forte investimento progettuale per fare carriera, per diventare famoso, ricco e senza mai troppo misurarsi con le domande fondamentali della vita (salvo poi scoprire che il tramonto arriva per tutti!). Altri provano ad acquistare l’immortalità generando figli o producendo opere (libri, quadri, aziende, beni di varia natura, etc.), nemmeno questo - però - libera dai dubbi del vivere. Altri ancora scappano da tutti e da tutto e si fanno male (dipendenze, illegalità…). Resta il fatto che in un modo o nell’altro - tutti, nessuno escluso - ci sentiamo, non poche volte, “orfani” e soli. Gesù, esperto di umanità e profondo conoscitore del cuore umano, si pone in ascolto attento delle nostre fragilità e ci immette nella Sua preghiera (costantemente rivolta al Padre) perché ci doni il Suo Spirito affinché rimanga “con voi per sempre”. E si noti come Gesù definisce lo Spirito che ci dona: “un altro Paraclito” e “Spirito di verità”. Vale la pena fermarsi un istante su queste due definizioni dello Spirito date da Gesù.

Paraclito. È termine che proviene dal linguaggio giuridico e indica chi ti sta accanto quando sei nella difficoltà. Anticamente non esisteva l’avvocato formalmente incaricato di difendere l’imputato. Chi veniva considerato colpevole di qualche reato poteva solo sperare di essere “affiancato”, nel processo, da una persona stimata e ricoperta di onore che, per il solo fatto di sedersi al suo fianco, ne dichiarava l’onorabilità e l’innocenza. Provo ad immaginare il vissuto che generava questo “gesto” di difesa: “allora esisto; c’è qualcuno che crede in me; non sono gettato nel mondo-tritacarne; ho ancora speranza, etc.”.

Non dovremmo mai dimenticarlo: il Vangelo è “buona notizia”, ma - proprio per questo - è sempre anche parola molto concreta e aderente alla storia. Gesù doveva conoscere le realtà dei processi in cui colpevoli e innocenti rischiavano di trovarsi soli e senza difese e, di conseguenza, prende spunto da questo personaggio - il “paraclito”, il difensore, il consolatore - per aiutarci a capire che il Suo Spirito si muove e si coinvolge per ciascuno di noi come un “paraclito”, che sceglie di sedersi al nostro fianco per difenderci tanto dalle fatiche e dalle difficoltà del vivere quanto dalle accuse che ci tolgono il respiro.

Domanda: perché Gesù dice un “altro” Paraclito? Perché il primo nostro “amico” e “difensore” è Lui - Gesù stesso - che, risorto e Signore della vita, non ci lascia orfani e verrò da voi”. Gesù e Spirito Santo sono con noi per consegnarci quell’amore che cerchiamo “fissando il cielo” quando in realtà è sulla nostra povera terra che troviamo l’amore di Gesù! Ultima annotazione: Gesù e Spirito Santo sono con noi per difenderci non solo dai tanti pericoli esterni, ma anche da noi stessi: quando diventiamo così severi con noi stessi da negarci - da soli - il perdono. Gesù risorto e il suo Spirito sono con noi per allontanare dalla nostra esistenza l’angoscia del vuoto, per difenderci (anche da noi stessi!)  e per renderci capaci di fare il bene.

Spirito di verità. È la seconda funzione dello Spirito che ci dona Gesù. Per aiutarci ad entrare in quella verità della vita che, per mille ragioni, vorremmo non vedere. In profondità sappiamo dove è il bene, dove si trova la verità e che cosa dovremmo fare. Perdonare, servire, tacere, dare e non vendicarsi: lo sappiamo che questi verbi sono le azioni che ci rendono liberi. Presi da tanti disordini interni, però, preferiamo ignorare queste direzioni e illuderci che la verità abiti da altre parti (in direzione del prendere, dello sparlare, del non perdonare, del serbare rancore, del vendicarsi o del voltarsi dall’altra parte quando il fratello chiede aiuto e manifesta bisogni di assistenza).

La verità è espressa molto bene dalla sintesi di Gesù: “I miei comandamenti”. Non più i precetti, le norme, le prescrizioni e i sacrifici dati da Mosè, ma “i miei comandamenti” (che, nel capitolo successivo a questo, si scopre che si tratta di un solo comandamento) che rendono liberi perché sono veri e sono veri perché assecondano la nostra profonda natura: vivere per amare e amare per vivere.

Che bella domenica. Non siamo figli del caso e non siamo orfani. E se anche noi stessi smettiamo di volerci bene e di perdonarci, Gesù risorto verrà da noi e ci dona il “paraclito” che crede in noi e che si siede accanto a noi per difenderci. Non solo: il Suo Spirito ci aiuta a trovare la verità del vivere - “i miei comandamenti” - contro tutte le scorciatoie che ci ostiniamo a percorrere sapendo molto bene, però, che non ci aiutano a diventare beati.

 

Preghiera dei piccoli   

 Caro Gesù,                       

 

                   in classe con me ci sono tre bambini che sono arrivati dall’Ucraina.  Andavano nella loro scuola e vivevano in casa in pace. Come facciamo noi.

Poi, un bel giorno, si sono trovati in guerra.

E loro, i bambini, non hanno più potuto andare a scuola.

I papà sono andati a combattere e i bambini, con le mamme, sono scappati a cercare rifugio dove potevano.

Due di loro adesso sono orfani.

I loro papà sono morti a causa di una bomba.

E quando ho sentito che Tu hai detto: “Non vi lascerò orfani” ho pensato a questi miei amici.

Grazie perché ci sei sempre accanto: anche quando il buio fa paura.  È la prima volta, Gesù, che ho la guerra così vicino.

Ti prego Gesù: donaci la Tua Pace e insegnaci a costruire un mondo senza guerre.  Gesù: grazie anche per la festa della mamma.