Funerale di don Giorgio Chatrian.

20-04-2023 - Notizie

Celebrazione del funerale di don Giorgio Chatrian.  Le parole del Direttore e...

Al termine dell’ottava di Pasqua, quasi ormai all’alba della domenica della divina misericordia don Giorgio è entrato nella pienezza di vita dopo 68 anni di esistenza, era infatti nato il 6 marzo del 1955 ad Aosta da papà Giuseppe e da mamma Roselina. Dall’anno di noviziato nel 1971/72 a Pinerolo inizia il cammino della sua vita salesiana che qui riassumo consapevole che la vita di una persona e forse ancor di più quella di un salesiano e di un prete non si possono sintetizzare in poche righe o semplicemente elencando luoghi, incarichi, ruoli ricoperti. Ognuno di noi qui presenti ha per un motivo o per l’altro qualche ricordo di don Giorgio, conosce aspetti diversi, ha vissuto con don Giorgio qualche esperienza e ha motivi per ringraziare il Signore di averlo incrociato sul suo cammino. Personalmente ho fatto un pezzo di strada con lui in tre diverse occasioni e inevitabilmente la mia presentazione è segnata da questi momenti che sono tutti del don Giorgio provato dalla malattia del parkinson, “Lady Park” come diceva  lui con un termine diventato famoso nell’ambito degli amici parkinsoniani biellesi e non solo. Viene alla mente il libro scrittto, lo spettacolo teatrale e tutte le iniziative portate avanti con l’associazione di cui è stato cofondatore, presidente e poi presidente onorario, ma soprattutto convinto sostenitore e promotore assiduo.

Don Giorgio diventa salesiano il giorno 8 settembre del 1972 e da lì inizia un cammino che lo vede per la formazione nelle case di Foglizzo, Valdocco e Chieri come assistente dei chierici studenti, studente  per il biennio della filosofia, dal 1977 al 1979 a Chatillon per il tirocinio e poi dal 1979 al 1983 a Chieri o a Valdocco e studente esterno per il quadriennio teologico alla Crocetta di Torino. L’anno 1983 a Chambave, il 3 luglio, l’ordinazione sacerdotale e sempre in quell’anno la laurea in lettere moderne a Torino. Don Giorgio sarà da allora il prete appassionato e intraprendente, educatore nell’ambito della scuola conseguendo l’abilitazione all’insegnamento nel 1986. Molto del suo impegno di salesiano prete è vissuto dal 1983 al 1995 nella casa di Lombriasco quale catechista del biennio, insegnante e maestro di musica. La musica, una passione che accompagnerà tutta la vita di don Giorgio e che lui metterà a frutto in vari ambiti: dall’educazione, alla liturgia, dalla realizzazione di spettacoli musicali, all’animazione dei momenti di festa della comunità fino agli stornelli scritti, anche in questi ultimi mesi in occasione di compleanni ed onomastici accompagnato dal nostro coro improvvisato a tavola e forse non sempre intonatissimo. Eppure don Giorgio ci teneva ad animare anche questi momenti, sentirsi partecipe e un po’ protagonista  della vita comunitaria preparando con cura i testi non privi di benevoli tratti ironici su ciascuno di noi. A Lombriasco sarà poi catechista del triennio e insegnante prima di approdare a Borgo san Martino dal 1995 al 1998 ancora impegnato nell’ambito della scuola e del locale oratorio festivo. Arrivano poi gli anni di Chieri dal 1998  come Direttore fino al 2002 e anche preside della scuola media fino al 2004. Risale a quell’epoca anche l’inizio del cammino con una presenza scomoda che si fa sempre più insidiosa e che lo accompagnerà fino ad oggi: la malattia del Parkinson il cui ingresso nella sua vita è ben descritto da don Giorgio in vari scritti vuoi per momenti di riflessione personale, vuoi per un libro che pubblica in seguito o per altre occasioni come le predicazioni di ritiri spirituali.

Così mentre affronta le prime cure approda nuovamente a Lombriasco dal 2004 al 2006 in qualità di parroco. Un parrocchiano ricorda:” Eri un fiume in piena... difficile starti dietro... iniziative, idee, progetti...di tutto e di più “ Ma non solo in parrocchia perché questo era lo stile di don Giorgio da sempre e questo è ciò che come tante volte abbiamo ripetuto: “ lo ha tenuto in vita”. Anche a me presente nella stessa comunità e chiamato a sostituirlo nel gennaio del 2007 don Giorgio appariva così, a volte persino “esagerato” nella sua passione pastorale. Il passaggio per un periodo nella casa “Andrea Beltrami” e poi l’arrivo a Vigliano vicino a Biella, alla sede di quell’ospedale e di quel reparto di neurologia dove per anni è stato seguito dal dottor Gusmaroli primario e dai medici della sua equipe. Così fino a circa 3 mesi fa. L’incarico ufficiale di “aiuto pastorale” per la sua obbedienza a Vigliano è una terminologia che sta un po’ stretta a don Giorgio e non dice l’innumerevole serie di iniziative ed attività nell’animazione del nostro CFP ( ricordati ancora oggi i suoi “buongiorno” ai ragazzi e la stesura di itinerari formativi), in parrocchia, nell’oratorio,  nelle parrocchie della zona, nella scuola dell’infanzia o dovunque fosse possibile e utile dare una mano. Il tutto intrecciato con relazioni con tante persone, anche quelle incontrate in anni passati e qui presenti a dire l’amicizia nata, i cammini spirituali, i momenti di svago vissuti con don Giorgio sulle montagne della sua amata valle d’Aosta.

Tutto questo si accompagna con un lungo percorso di cura dove don Giorgio si è sottoposto ad ogni tipo di terapia gli venisse proposta per combattere la malattia, accompagnato dall’affetto e dall’assistenza di tante persone. Un cammino che ha avuto anche alcuni momenti molto difficili, ma senza mai arrendersi come nel 2012 con un ricovero in rianimazione ed altre situazioni che in parte ho vissuto con lui così come hanno fatto i direttori e i confratelli testimoni di questo vero e proprio calvario, vissuto sempre con speranza. Tornado qui a Vigliano come direttore nel 2021 ho ritrovato don Giorgio certamente provato dall’avanzare della malattia, ma mai abbattuto, sempre in qualche modo attivo, pur con tutte le ulteriori limitazioni imposte dalla malattia stessa.  Persino capace di sdrammatizzare le situazioni e gli inconvenienti che si creavano per le sue difficoltà a muoversi, a svolgere le normali semplici cose di tutti i giorni e che creavano un  po’ di scompiglio in comunità. Tante volte abbiamo scherzato insieme su questi episodi che altrimenti sarebbero stati solo tristi segnali dell’avanzare inesorabile  della malattia.  Poi il ricovero dal 5 dicembre 2022 per quelli che sembravano essere giorni di un normale ricalibrare la terapia, ma che si sono prolungati perché la diagnosi parlava di Parkinson scompensato e di oggettivo peggioramento. Fino al 20 gennaio 2023 quando scrivevo alla nostra comunità educativa pastorale salutando don Giorgio in partenza per Casa Beltrami: “Lo accompagniamo con il nostro affetto e la nostra preghiera garantendo quanto gli è necessario per vivere un nuovo passaggio nel decorso della malattia. Un passaggio non facile per don Giorgio ( ma poi anche per noi che sentiremo  la sua mancanza) vista la presenza da tanti anni qui pur con la consapevolezza della necessità di un ritmo e un'organizzazione diversi della quotidianità in una comunità dove lui è già stato in passato per due volte e che quindi conosce.  A lui la comunità educativo pastorale di Vigliano è certamente grata per una presenza e un servizio che negli anni si sono espressi in modi diversi, in ambiti vari nonostante l'oggettiva situazione di invalidità. Soprattutto gli siamo grati per l'esempio di fede, di passione per la vita, per la testimonianza che continua a dare a tutti noi giorno dopo giorno. Una testimonianza che è sostenuta anche da una forte volontà, da quel motto che ha lanciato anni fa con l'associazione biellese dei malati di Parkinson di cui è stato promotore:" vogliamo, possiamo, dobbiamo vivere". A tal punto che a volte chi gli è stato vicino ha dovuto moderare, orientare, accompagnare il suo tenace impegno per partecipare, andare, essere presente sempre e un po' dovunque ci fosse qualche iniziativa, qualche momento di aggregazione di diverso tipo.

Caro don Giorgio è ancora un tuo parrocchiano di Lombriasco che ricorda una tua espressione: "nessun rimorso, solo bei ricordi" ...dicevi , quando lasciavi una "base" salesiana per raggiungerne un'altra.”

Ora che hai raggiunto la meta della vita in pienezza non avrai nessun rimorso e solo bei ricordi, ti affidiamo alla misericordia del Padre e  ti chiediamo una preghiera per noi che ancora siamo in cammino verso quella pienezza di vita in Dio che tu hai annunciato con la sua stessa esistenza, giorno dopo giorno e nonostante tutto.

      

                                                                                                                  don Marco Casanova

Vigliano Biellese – Parrocchia di San Giuseppe Operaio,  18 aprile 2023                                      

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A ricordarlo il presidente degli Amici Parkinsoniani Biellesi, Eugenio Zamperone: “Sono lacrime dolci quelle che tutti gli amici di don Giorgio Chatrian stanno versando per la sua nascita a Dio. Sì, perché la croce che il Buon Dio aveva caricato sulle sue esili spalle, la malattia di Parkinson, si è finalmente trasformata in gioia piena. A dire il vero lui ci aveva già provato in vita a trasformarla, la croce, Prima la creazione dell’Associazione, per dare sollievo a chi condivideva nel corpo e nell'anima la stessa sofferenza. Poi la musica e il teatro, per sconfiggere con l'ironia la nemica Lady Park, soffocandola in un abbraccio collettivo. E ancora, il suo inno alla Madonna d'Oropa per la quinta centenaria incoronazione e la montagna, sua patria naturale e luogo del cuore. Mentre il suo corpo sfidava la malattia, come non ricordare la sua salita al Camino, per la festa delle Genti del Rosa? La sua anima affinava, per sé e per chi gli voleva bene, il senso di una sofferenza non vana ma feconda. Così, quando il Parkinson gli stava togliendo via via la voce, eccolo, con un soffio, ringraziare Dio per averlo obbligato a migliorare la sua capacità di ascolto. La carta usata dal vecchio scrivano si sta inumidendo per l'amico perduto, ma non si può indulgere alla tristezza. Don Giorgio ci diceva che Don Bosco amava l'allegria: oggi non sarà tanto facile, caro Don Giorgio, ma aspettiamo con fiducia il sorriso che, ci dicevi, arriva sempre dopo le lacrime”.

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Il parroco don Gianni Moriondo:  don Giorgio mi diceva che al suo funerale avrei dovuto raccontare una barzelletta.  E io voglio ricordare alcuni aneddoti capitati proprio qui a Vigliano.  Un giorno siamo stati invitati a pranzo da una famiglia, e si sa che quando arriva il prete si preparano antipasti e specialità. A fine pranzo, arrivati al dolce, don Giorgio dice no perché alle 15 deve prendere una medicina a stomaco vuoto.

Un’altra volta eravamo al Santuario di Oropa e mentre si saliva alla Basilica Nuova don Giorgio si è fermato. Voi sapete che per ripartire occorreva mettergli qualcosa davanti al piede. Io gli ho messo il mio piede. Una donna sottovoce dietro a noi ha sussurrato alla vicina. “Ma guarda se deve fare lo sgambetto a questo qui che già stenta a camminare! Ma si può?

E da ultimo: Quando don Giorgio in qualche modo ancora camminava -  nonostante le raccomandazioni del direttore – un giorno telefona dicendo che si era perso lungo il Cervo...poi silenzio  (si seppe dopo che gli era caduto il telefono). Sono stati avvertiti i carabinieri...tutti i conoscenti si  sono attivati per  la ricerca. Il direttore arrabbiatissimo e preoccupatissimo: “Pregate il Signore che  lo trovino prima i Carabinieri perché se lo trovo io, giuro che lo ammazzo!”  Così don Genesio e così era don Giorgio!

 

Le Comunità di San Defendente  e di San Martino con gli amici di “Una Chiesa a più voci” ricordano con amicizia, ammirazione e gratitudine il carissimo don Giorgio, anche per le numerosissime volte venuto tra noi. Ora ne sentiamo ancora viva la presenza.