Per fare memoria di mons. Luigi Bettazzi...

19-07-2023 - Notizie

Per fare memoria di mons. Luigi Bettazzi in rendimento di grazie, ci affidiamo alle parole di Raniero La Valle.

 

In KOINONIA - FORUM  740

Cari amici,

 

per fare memoria di mons. Luigi Bettazzi in rendimento di grazie, ci affidiamo alle parole di Raniero La Valle. Non senza interrogarci sul modo in cui viene recepita e intesa la sua testimonianza: che senso ha che anche su quotidiani ufficiali della Chiesa si osanni al “Padre conciliare”, quando le cose sono andate come sono andate (non dimenticando Giacomo Lercaro e lo stesso La Valle come Direttore di Avvenire) e stanno come stanno. Proprio non mi torna che glorificazioni postume facciano da copertura a contesti e situazioni reali pregresse veramente problematici. Né mi entusiasma il fatto che si creino nicchie ecclesiali a circuito chiuso come monadi senza finestre! C’è insomma da stare attenti a non essere vittime del “celebrativismo” acritico dominante, che ci fa ritrovare in uno stato di astrazione appagante.

 

Qualcosa che ha investito Don Milani nell’anno centenario della sua nascita, a proposito del quale ci limitiamo a ricordare che tutta la sua vicenda nasce intorno ad “Esperienze pastorali”, e che il vero problema da lui posto è sempre aperto, nonostante ostracismi  o riappropriazioni di facciata e indolori. E’ quanto segnaliamo in Koinonia di agosto, che però ripropone, grazie a Giancarlo Gaeta, il dramma del vero “transito storico” che avviene sotto i nostri piedi e che ci vorrebbe meno superficiali e distratti.

 

A meno che non ci lasciamo ammaliare dalla mitizzazione del “camminare insieme” e dalla “ingegneria sinodale” con documenti a ripetizione funzionali ai Sinodi stessi: a chi arrivano, se arrivano? Come potete vedere, non manca diffidenza verso operazioni che si ripetono da decenni, ma sempre girando intorno al problema di fondo, di una fede vissuta, celebrata, annunziata da qualche nuovo “soggetto Chiesa” che deve vedere la luce.  Se mi posso permettere una domanda che mi si pone da tempo, eccola: come mai l’Esortazione apostolica “Evangelii gaudium” di 10 anni fa è caduta nel vuoto e non ha segnato il cammino della Chiesa come si proponeva? Quanto è presente nei lavori dei Sinodi? Non richiederebbe una “messa a terra” (come usa dire!), più che sondaggi di opinioni?

 

Non mancherà occasione per riprendere il discorso, mentre intanto spingiamo avanti l’aratro con un pensiero e saluto solidale per voi tutti.

                                                                          

                                                                     Alberto

 

 

KOINONIA - FORUM  740

(19 luglio 2023)

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PER NON DIMENTICARE

MONS. LUIGI BETTAZZI

 

 

Raniero La Valle

Newsletter n.306 del 16 luglio 2023

 

LA CHIESA DI BETTAZZI

 

Cari amici,

 

Il bello di una lunga vita è che molti, in tempi e in luoghi diversi, ne godono i frutti, quando quella vita è ricca di valori civili, di ispirazioni religiose e traboccante di amore. Così è stato della vita di Luigi Bettazzi, che è stato davvero un vescovo della Chiesa di tutti, e della Chiesa dei poveri, e soprattutto dei pacifici e degli assetati di giustizia. E così egli ha seminato e lasciato ricordi straordinari in tanti e in molte occasioni per quasi 100 anni.  

 

C’è chi lo ricorda, giovane e anche bello, fraterno e accogliente, maestro ed amico, come Assistente ecclesiastico della FUCI, la Federazione degli universitari cattolici italiani, famosa per aver formato personalità straordinarie e preziosi protagonisti della prima Italia repubblicana, a cominciare da Moro.

 

C’è chi lo ricorda come vescovo ausiliare di Bologna in quel tempo magico che visse la Chiesa bolognese, la Chiesa del cardinale Lercaro, di don Dossetti, dell’ “Avvenire d’Italia”, del   Centro di studi religiosi di Pino Alberigo e Paolo Prodi. A quel titolo fu tra i più giovani vescovi del Vaticano II: e lì parlò per la pace, ed ebbe il coraggio di levarsi in san Pietro per chiedere ai Padri conciliari, contro ogni prudenza ecclesiastica, di procedere alla canonizzazione conciliare di papa Giovanni XXIII, e farlo santo per acclamazione, senza miracoli e senza processi canonici, perché un papa così ancora non si era mai visto, e proprio quel Concilio ne era il lascito più prezioso per la Chiesa e per il mondo.

 

Finito il Concilio mons. Bettazzi fu ancora accanto a Lercaro, prima che l’arcivescovo bolognese fosse deposto per aver rivendicato la profezia della Chiesa, piuttosto che la neutralità, contro la guerra del Vietnam.

E poi fu vescovo di Ivrea, dove fu mandato per i suoi meriti, ma anche per lasciare il posto a Bologna al cardinale Poma incaricato di normalizzare la Chiesa italiana dopo gli ardimenti del Concilio.

 

E chi, tra i compagni che furono con lui e con don Albino Bizzotto in quella sorta di staffetta per la pace che fu fatta nel 1992 per rompere l’assedio di Sarajevo durante la guerra jugoslava, non lo ricorda a proclamare che era possibile la pace tra serbi e bosniaci, , musulmani e cristiani, cattolici e ortodossi?

 

È stato un vescovo dei poveri e dei pacifici, degli intellettuali e dei piccoli, presidente di Pax Christi e militante di base quando c’era da lottare e testimoniare per la pace: e l’ultima volta lo ricordiamo a dire, rispondendo all’appello di Michele Santoro, che non è contro l’aggressione chi alla violenza oppone un’altra violenza, e che dalla guerra di Ucraina si doveva uscire con la diplomazia e mettendosi in mezzo ai contendenti per farli riconciliare nella pace.

In questo ricordo che ci consola all’ora della sua morte, vi inviamo i più cordiali saluti.

 

 Raniero La Valle

Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri