XVIII DOMENICA ANNO C con preghiera dei piccoli
Luca 12, 13-21
Gesù disse loro una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: "Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così - disse -:demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello
che hai preparato, di chi sarà?". Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio"».
Il detto popolare considera il parlare da soli una malattia mentale. E l’incontro, spesso occasionale, con persone alle prese con soliloqui più o meno equilibrati, conferma questa diagnosi. Sono soggetti che a volte parlano sottovoce; altre volte urlano, gridano, denunciano soprusi o torti subiti senza, però, lasciarsi incontrare. Anche perché chi parla da solo a causa del disagio psichico è impermeabile a qualsiasi offerta di dialogo.
San Luca – che san Paolo nella lettera ai Colossesi presenta come il “caro medico” (Col. 4,14) – chissà quante volte ha incontrato, nella sua attività sanitaria, persone alle prese con la malattia psichiatrica. Ed è forse per questo che cura nei particolari la descrizione di questo “uomo ricco a cui la campagna aveva dato un raccolto abbondante” che presenta subito come malato nella testa. Per aiutare il suo lettore a capire che si tratta di una persona alle prese con disagi mentali, san Luca scrive che “ragionava tra sé”. Un uomo descritto e presentato come profondamente solo: senza legami con i familiari, con i figli, con gli amici o con i colleghi.
Il lettore è però aiutato a capire il perché di quella malattia. Quell’uomo ha perso l’uso della ragione perché alle prese con il delirio di arricchirsi, con il sogno di accumulare sempre più ricchezze e tutto preso dal bisogno di difendere e dal nascondere quanto possiede. Ed ecco come san Luca “dipinge” la sua pazzia: “Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!” – (Lc. 12, 19).
San Luca è medico è sa molto bene che amare, servire e condividere sono le premesse della salute. Il medico evangelista è consapevole che vivere per accumulare (e per nascondere e contare quanto altri ci hanno permesso di ottenere) è avarizia che ammala non solo il cuore, ma anche la testa, il cervello e la ragione!
La forma esterna di questa malattia mentale si chiama individualismo ed è – molte volte – la vera causa di tanta stanchezza mentale, di depressioni, di stress, di ansie e di quello sguardo cupo di chi è abituato a spostare nel futuro l’illusione dell’essere felice.
È una malattia che non risparmia nessuno. Ne è colpita la chiesa. Ed il fatto che in questi giorni il Papa sia in Canada a chiedere scusa alle popolazioni indigene di quella grande e bella Nazione, è perché ieri nessuno ha sentito il bisogno di uscire dalle proprie certezze e provare a mettere in discussioni le proprie sbagliate convinzioni.
Ma ne è colpita anche la politica. Quando la ricerca del voto, del consenso e del proprio prestigio viene prima degli interessi dei cittadini e prima del bene comune, è segno che si è cominciati a parlare da soli (a darsi ragione da soli!) e ad interessarsi solo del “mio” senza nessuna attenzione al “nostro” e al “loro”!
Domani, primo agosto, per la prima volta da oltre 100 anni dovremo convivere non solo con l’inizio delle vacanze estive, ma anche con l’apertura della campagna elettorale e con il succedersi di tanti e diversi comizi elettorali!
E avremo così l’impressione di “vedere” e di “ascoltare” non pochi politici che parlano “da soli”. Che non presentano soluzioni complesse e concrete a problemi difficili, ma che vendono facili ricette per ottenere il consenso, il voto e per conquistare il potere. Per se stessi. Discorsi – come ha detto in questi giorni il Direttore di Avvenire – scritti, molte volte, sulla sabbia di agosto e, come tali, dalla brevissima durata.
IL Gesù di san Luca è molto chiaro: chi usa pensieri, ragionamenti e parole illuso di sistemare per sempre solo se stesso è “stolto”.
Ed il vocabolo “stolto” è termine impegnativo perché significa “pazzo”, “malato” ma anche “senza nessun riferimento” a Dio che ci chiede di non girarci dall’altra parte quando si incontra il povero, il malato, il carcerato, l’immigrato e chi ha bisogno di noi (“Lo stolto pensa: "Dio non c’è” – Salmo 14,1).
Il che significa che l’unico modo per diventare “signori” (non ricchi!) è quello di non parlare da soli per godere da soli dei propri beni, di non ragionare tra sé sul come accumulare e nascondere i propri averi, di non investire risorse energie e tempo per la “mia” carriera personale, ma costruire progetti, investimenti, calcoli, gesti e “parole vere” per ridurre le diseguaglianze e le distanze che separano chi ha nulla da chi ha troppo. Senza mai dimenticare che l’opposto di “stolto” è “beato”.
Buon mese di agosto a tutti.
Preghiera dei piccoli
Caro Gesù,
ciò che più mi colpisce dell’uomo ricco della parabola è che non nomina mai la sua famiglia.
La moglie, i figli, i nonni, i fratelli o le sorelle: non ci sono nella sua testa. Parla da solo, ragiona tra sé e ha tempo solo per i “suoi” magazzini.
Chissà se alla mia età giocava con i suoi amici oppure se “contava”, da solo, i “suoi” giocattoli per poi nasconderli in camera “sua”.
Gesù aiutami a non vivere da “pazzo” e a non perdere di vista chi mi vuole bene e chi ha bisogno di me.
Ti prego, Gesù, insegnami a con-dividere quello che ho con chi ha meno di me. E aiutami a capire che vivere “per” gli altri e “con” gli altri rende felici.
Domani partiamo per andare al mare, Gesù. Benedici il nostro viaggio e chi – quest’anno – non può andare in vacanza.